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Almeno in questo caso si può dire che un sogno sia diventato realtà, quello di un romanzo breve ricco di grandi significati sul senso di un’esperienza.

Almeno in questo caso si può dire che un sogno sia diventato realtà, quello di un romanzo breve ricco di grandi significati sul senso di un’esperienza. Carmela Grande, siciliana di Avola, dove ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza, trasferitasi a Firenze per studi universitari, è rimasta qui a vivere e insegnare storia e filosofia nei licei, conoscendo la città solidale di Giorgio La Pira, Fioretta Mazzei, i Meucci, Don Bensi e tanti altri. Già nel suo primo libro, “Insegnaci a contare i nostri giorni”, uscito per Polistampa, l’autrice era riuscita ad andare oltre i riferimenti bibliografici per condividere momenti di un cammino di fede, ma con il suo secondo lavoro “Il bambino che giocava con l’acqua”, pubblicato in questi giorni sempre da Polistampa, è riuscita ad andare ancora più in profondità narrando l’infanzia di Gesù da un punto di vista particolare, quello di Maria. Tutto nasce da un sogno che Carmela assicura di aver fatto. Nel suo viaggio onirico, l’autrice immagina di trovarsi in una terra lontana e di incontrare la madre di Gesù. Maria le racconta la sua storia:la scoperta della gravidanza, il matrimonio, l’infanzia e l’adolescenza del figlio, fino alla crocifissione e alla successiva reincarnazione.
Addentrandosi in una dimensione poco esplorata dai Vangeli, con un’attenta lettura anche degli Apocrifi, la professoressa Grande restituisce l’immagine di una famiglia comune, alle prese con i problemi di tutti i giorni,. raccontandoci allo stesso tempo una storia fatta di prove e gioe, dolore e perdono, e piena di quell’affetto smisurato che Dio nutre per le proprie creature. L’unico episodio frutto di pura fantasia, assicura l’autrice, riguarda la figura di Debora, una coetanea di Gesù che viene presentata con un’attenzione tutta femminile e se vogliamo poetica. è un incontro che ha un sovrasenso particolare visto che il significato di Debora in ebraico è resurrezione.“La novità dell’ottavo giorno - scrive nella prefazione sorella Sarah delle Fraternità Monastiche di Gerusalemme - illumina in trasparenza tutto il racconto e l’incontro con il Signore, il Risorto, attende ogni uomo e ogni donna che vengono alla luce di questo nostro mondo. Ha sorpreso Maria, la Madre; sorprenderò ciascuno di noi, man mano che entreremo in questo sogno”.
Data recensione: 10/12/0205
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Duccio Moschella