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«Adesso posso morire, poiché sono soddisfatta di aver ripristinato la verità storica della nostra vita». A parlare è Nada Giorgi di Pelago, la vera “ragazza di Bube”

Presentato l’altra sera al Palazzo del Turismo il volume del segretario regionale alla Confesercenti

MONTECATINI. «Adesso posso morire, poiché sono soddisfatta di aver ripristinato la verità storica della nostra vita». A parlare è Nada Giorgi di Pelago, la vera “ragazza di Bube”.
Massimo Biagioni (si definisce storico nei momenti liberi) segretario regionale di Confesercenti ha presentato l’altra sera al Palazzo del Turismo di viale Verdi la sua opera “Nada. La ragazza di Bube”. Biagioni ci racconta la storia vissuta subito dopo la guerra di liberazione da Nada Giorgi, una ragazzina di Pontassieve che si innamora di “Bube”, un partigiano ribelle e coraggioso originario di Volterra, condannato a espiare duramente anche colpe non sue.
A presentare e commentare l’opera di Biagioni, il professor Amedeo Bartolini che ha più volte detto come la storia di Nada e Remo “Bube” (o meglio nella realtà il partigiano Baffo) si intreccia alla realtà della storia d’Italia dal dopoguerra ai giorni nostri. «L’autore ha messo insieme vari drammi - ha sottolineato Bartolini - e i valori su cui si è fondata la rinascita del Paese dopo la guerra. Il coinvolgimento di Biagioni contagia anche il lettore; la ricostruzione biografica di Nada e Renato esprime maggiore ricchezza rispetto ai personaggi trasportati nel romanzo di Cassola prima e nel film di Comencini poi. Il saggio di Biagioni è completo per quanto concerne le vicende storiografiche e fa emergere la complessità della vita di quegli anni di guerra e del suo ripudio. Sullo sfondo degli eventi storici (i bombardamenti di Pontassieve, l’8 settembre, l’esperienza di Salò) scivola e s’intreccia la storia d’amore di Nada e Renato, consigliato dall’Anpi e dal Pci a non consegnarsi ai carabinieri, costretto all’esilio in Francia, dove apprende dalle lettere di Nada di essere stato condannato a 19 anni di reclusione».
Nella prefazione al libro il ministro Vannino Chiti sottolinea come «l’interesse del lavoro di Biagioni consiste nel dare il punto di vista di Nada sulle vicende reali che rubarono anni di giovinezza al suo Renato e alla loro vita». Biagioni ha sottolineato come il libro sia nato «perché Nada aspettava qualcuno che scrivesse della sua storia fatta di grandissima dignità, forza e determinazione nel gridare l’innocenza del suo uomo che una volta riacquisita la libertà nel 1961 dopo 16 anni di reclusione deluso dalla politica e dagli ideali traditi e per i quali aveva combattuto la guerra partigiana, consiglia quale lascito morale il figlio Moreno a non entrare mai in politica: nei nostri incontri - ha puntualizzato Biagioni - Nada ha sempre tenuto sottolineare il tradimento continuo dei giornalisti che anche con interviste inventate di sana pianta hanno maltrattato la vita e la storia d’amore con Renato in un gioco amaro in cui la finzione (romanzo, film e rappresentazioni teatrali) hanno schiacciato la storia e la realtà di due persone».
Il presidente provinciale di Confesercenti Maurizio Innocenti ha elogiato l’opera di Biagioni quale storico attento alla ricostruzione reale della vita di due persone che per anni hanno vissuto nella trasposizione letteraria e cinematografica. Innocenti ha poi sottolineato come «Confesercenti oltre a svolgere il compito di associazione in difesa delle imprese sia da sempre sensibile a iniziative culturali e sociali tendenti ad un miglioramento della società in cui viviamo».
Data recensione: 26/06/2006
Testata Giornalistica: Il Tirreno
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