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Che sia ancora Tuscia felix, Toscana felice, nel mito e nella storia, ne dubito. Ma che sia terra di tradizioni mantenute o riscoperte, questo sì. Non c’è mese dell’anno che non proponga

Trentanove appuntamenti in un volume realizzato da Luciano Artusi ed Enrico Roncaglia ed edito da Polistampa

FIRENZE - Che sia ancora Tuscia felix, Toscana felice, nel mito e nella storia, ne dubito. Ma che sia terra di tradizioni mantenute o riscoperte, questo sì. Non c’è mese dell’anno che non proponga una fiera, una sagra, una rievocazione, una giostra, una disfida, un palio. Fanno parte di quel turismo culturale che, insieme a quello naturale, costituisce il “petrolio” della Toscana.
Una ricchezza non sempre sfruttata appieno.
Il compendio di questi eventi è “Toscana di festa in festa” di Luciano Artusi ed Enrico Roncaglia.
Vi troviamo trentanove appuntamenti. Si va dalla giostra del Saracino di Arezzo, che ha come palcoscenico Piazza Grande, quattro le “Porte” impegnate, alla Giostra del Saracino a Sarteano, centro termale della provincia di Siena; dalla Giostra della Stella di Bagno a Ripoli, alle porte di Firenze, alla Giostra dell’Archidado di Cortona, l’antica Corito; dalla Battaglia di Scannagallo di Forano della Chiana alla Disfida della Ciarpa di Capoliveri (Isola d’Elba).
I cavalli la fanno da padroni nei due palii storici più celebri: Siena, che è il palio per eccellenza, e Fucecchio, che gli è secondo nella kermesse, ma che primeggia per il corteggio storico della mattina, in cui sono impegnati oltre mille figuranti delle dodici contrade.
I micci (i ciuchi) invece sono protagonisti a Querceta e a Torrita di Siena. In tutti i sensi. Testardi irriducibili, mandano all’aria qualsiasi tentativo di combine.
Di abilità si deve parlare delle disfide con l’arco o la balestra che troviamo a Fivizzano, Lucca, Massa Marittima, Montopoli in Valdarno, Pescia, Sansepolcro. E poi c’è l’Astiludio a Volterra, un vero e proprio festival degli sbandieratori più bravi. E la festa del Barbarossa a San Quirico d’Orcia e la festa della Beata Giovanna a Signa. Per non parlare del celeberrimo Calcio in Costume di Firenze e delle celebrazioni ferrucciane a Gavinana, della Luminaria di San Paolino a Lucca, del Gioco del Ponte e della Regata di San Ranieri a Pisa. E il Palio marinaro di Livorno.
“Oggi, - scrivono gli autori - nelle cornici degli antichi centri storici dei nostri comuni, centinaia di personaggi in costume diventano attori ricreando scenografie irripetibili altrove. Certe forme di spettacolo, che vedono ancora una grande partecipazione popolare, hanno mantenuto nei secoli la loro peculiare attrattiva, specialmente se svolte nell’immutato aspetto architettonico dei luoghi e con la stessa rivalità agonistica di quartiere”. Per realizzare il libro, Artusi e Roncaglia si sono avvalsi della collaborazione dell’Associazione Toscana Rievocazioni Storiche e della Federazione Italiana Giochi Storici.
Annotazione finale. Ci sono non poche assenze nel compendio, che è ben fatto - va detto - e riccamente illustrato. Senz’altro derivano dalla necessità non solo di contenere il numero delle pagine, ma anche di considerare la vecchiezza e l’importanza dell’evento. Nessuno lo mette in discussione. Tuttavia mi sia consentito dire che il Palio di Buti, che si svolge a gennaio per Sant’Antonio, ci sarebbe stato bene.
Come non avrebbe sfigurato la regata di Limite sull’Arno, località che rappresenta una pagina importante nella storia della navigazione in Toscana.
Data recensione: 26/06/2006
Testata Giornalistica: Il Corriere di Firenze
Autore: Riccardo Cardellicchio