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Solo lei è sempre lì, da millenni. Prima ad indicare il centro esatto della Florentia romana, poi con la campana fissata su un lato con gli orari di vendita del Mercato Vecchio

La città prima, durante e dopo Poggi, fino ai giorni nostri: la mostra alla sede dell’Ente Cassa

Solo lei è sempre lì, da millenni. Prima ad indicare il centro esatto della Florentia romana, poi con la campana fissata su un lato con gli orari di vendita del Mercato Vecchio, quindi spettatrice delle devastazioni del centro di fine Ottocento, infine sedile per stranieri e turisti in piazza della Repubblica. La Colonna della Dovizia e la sua statua settecentesca con la cornucopia della Fortuna che si trova proprio alla mostra di via Bufalini - quella in piazza è una copia - possono essere la chiave di lettura della mostra dell’Ente Cassa di Risparmio, «Firenze, “fotografia” di una città tra storia e attualità» e dei cambiamenti e delle persistente della città negli ultimi 150 anni.
La mostra (via Bufalini 6, ingresso libero, aperta fino al 5 aprile), curata da Emanuele Barletti e presentata alla stampa dal vice presidente dell’Ente, Pierluigi Rossi Ferrini, rientra nelle esposizioni dell’ente per i 150 annidi Firenze Capitale. Accostando le 120 vedute di Firenze realizzate nell’Ottocento da Fabio Borbottoni con le elaborazioni fotografiche di Saverio De Meo (negli stessi luoghi e con gli stessi scorci del Borbottoni), è possibile misurare la distanza tra le immagini «sospese» della città di allora, con quelle molto più caotiche di oggi. «Non vogliamo dare nessun giudizio, ognuno lo farà da sé, né alcuna operazione nostalgia - spiega Emanuele Barletti - ma evocare il rapporto tra ieri e oggi, mostrare i cambiamenti». «Ogni mutamento va inserito nel contesto in cui è avvenuto - aggiunge la soprintendente Alessandra Marino - Le demolizioni di Firenze sono arrivate in un periodo di modernizzazione di altre capitali, da Parigi a Vienna, con la rottura della barriera tra vecchio e nuovo e l’abbattimento delle mura. E ci hanno dato anche la bellezza assoluta del viale dei Colli e del piazzale Michelangelo». La mostra comprende altre vedute di Firenze, alcuni acquerelli di Emilio Boni, l’ingegnere che aiutò Borbottoni a realizzare le sue 120 vedute, la quadreria personale del Borbottoni e, per la prima volta esposto, un ritratto di Vittorio Emanuele II, eseguito nel 1859 da Carlo Ademollo e riscoperto appena un mese fa alla Fondazione Case Indigenti di Firenze.
All’iniziativa, in collaborazione con l’Istituto Geografico Militare, partecipa la sezione didattica del Polo Museale Fiorentino che organizza viste guidate rivolte alla scuole e alle famiglie con touch screen multimediale per una passeggiata nella Firenze antica, guidati proprio dal Borbottoni. Che non era un pittore di primo piano, ma che grazie ad un impegno decennale che fu il sogno della sua vita - la vedova, marchesa Elettra Pucci cercò di lasciare le opere al Comune, ma non si trovò un accordo; oggi i 120 quadretti sono dell’Ente Cassa - ci permette di vedere quello che, prima che arrivassero la fotografia e la modernità, oggi nelle nostre strade non possiamo più vedere. Anche attorno la Colonna della Dovizia.
Data recensione: 18/02/2015
Testata Giornalistica: Corriere fiorentino
Autore: Mauro Bonciani