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Erano giorni in cui c’era poco da ridere e finì ancora peggio, perché a ridere si misero i pisani.

Estate 1984. L’eco di una controversa mostra su Modigliani organizzata dal Comune per celebrare il centenario della nascita del pittore/scultore non si è ancora spenta che iniziano a Livorno, nel Fosso Reale, le ricerche delle sculture che la tradizione vuole che Modigliani vi abbia gettato. Tra l’incredulità di molti, l’ammirazione di altri e la perplessità dei livornesi, l’amministrazione comunale toscana, consigliata dai fratelli Vera e Dario Durbè, fa allestire una speciale ruspa dai denti rivestiti di gomma che comincia a dragare il fango dei canali livornesi. Vengono trovate tre teste di pietra (una almeno annunciata e descritta da una lettera anonima) che vengono subito date per autentiche e celebrate con retorica e prosopopea da fior di studiosi e critici d’arte. Nel frattempo la figlia di Modigliani muore in circostanze misteriose: si saprà poi che la donna era in procinto di partire per Livorno, dove forse avrebbe messo in guardia dalla beffa, della quale era venuta a conoscenza anche lei grazie ad una lettera anonima…
Data recensione: 28/02/2005
Testata Giornalistica: Lettera.com
Autore: David Frati