chiudi

Quando Firenze era il salotto buono del mondo, c’era una strada che era il salotto buono di Firenze. Si chiamava via de’ Tornabuoni e accoglieva nel volgere di poche centinaia

Quando Firenze era il salotto buono del mondo, c’era una strada che era il salotto buono di Firenze. Si chiamava via de’ Tornabuoni e accoglieva nel volgere di poche centinaia di metri i circoli più esclusivi, i caffè più eleganti, i negozi più raffinati, i circoli più elitari, le librerie meglio rifornite, gli alberghi prediletti da una clientela internazionale che ancora ai primi del Novecento continuava la tradizione del grand Tour. Seconda delle epoche era possibile incontrarvi Metterich e Liszt, Leopardi e Manzoni, Dostoevskij e Stendhal, Dumas e Mark Twain, Carducci e verga, D.H. Lawrence e Kipling, Henry James e Oscar Wilde, Huxley e Gide. Vi erano stati concepiti molti capolavori della letteratura e dello spirito, fra cui un cocktail come il Negroni, creato nel 1919 dal conte Camillo presso il Caffè Giacosa. Forse per questo era stata ribattezzata via dei Belli Sporti, in una maliziosa analogia con la meno innocente denominazione della vicina via delle Belle Donne.
Data recensione: 16/12/2014
Testata Giornalistica: Corriere fiorentino
Autore: Enrico Nistri