chiudi

Una mostra, in un certo senso, “pioneristica”. Se è vero infatti che l’opera di Max Klinger è da tempo al centro di numerose esposizioni

Una mostra, in un certo senso, “pioneristica”. Se è vero infatti che l’opera di Max Klinger è da tempo al centro di numerose esposizioni anche in Italia rimane invece da esplorare e scoprire, in moltissimi aspetti, la produzione artistica di tanti artisti, amici e sodali che, da lui e dai suo enunciati teorici intorno alla Griffelkunst (Arte dello Stilo), trassero ispirazione e stimolo. La rassegna dal titolo “Incubi nordici e miti mediterranei. Max Klinger e l’incisione simbolista mitteleuropea” che sarà inaugurata domani a Sesto Fiorentino in due diverse sedi, alle 11 al Centro Antonio Berti in via Bernini 57 e alle 12 allo Spazio delle Arti “La Soffitta” in piazza Rapisardi 6, colma però splendidamente questa lacuna. Nell’ambito della mostra, quinta edizione dell’evento artistico “Alto-Basso”, accanto al notissimo Klinger emergono infatti i nomi di artisti piuttosto conosciuti come Franz von Stuck o Kathe Kollwitz antesignana dell’Espressionismo, Otto Greiner e Sigmund Lipinsky ma anche personalità decisamente meno famose, molte delle quali addirittura ignote al grande pubblico, di una cinquantina di artisti dell’area mitteleuropea. A SESTO si potranno ammirare i cicli più importanti di Klinger, da “Eva e il futuro” a “Un guanto” (ispiratore anche di un testo del cantautore Francesco De Gregori), da “Della morte parte prima (Vom Tode I)” a “Brahmsphantasie” ma queste incisioni saranno circondate da decine e decine di opere di altri artisti influenzati evidentemente da Klinger che potranno trovare finalmente, in molti casi per la prima volta in assoluto, una loro degna vetrina. In totale, nelle due sedi, i quadri esposti saranno oltre 300. Una intera sezione sarà dedicata alla produzione degli ex-libris nella quale gli artisti della Mitteleuropa, diversi dei quali divennero anche ‘cantori’ del Terzo Reich, ottennero risultati particolarmente felici concentrandosi soprattutto sul valore simbolico del nudo. Le opere esposte provengono dalla collezione di Emanuele Bardazzi, dalla Libreria antiquaria Gonnelli di Firenze, dalla Galleria dell’incisione di Brescia e da altre collezioni private. La curatela scientifica della mostra è di Emanuele Bardazzi, della storica dell’arte Giulia Ballerini e di Maria Donata Spadolini responsabile dei beni artistici della Fondazione Spadolini- Nuova Antologia. Il vero motore organizzativo, e non solo, della rassegna, che potrà essere visitata a ingresso libero fino al prossimo 18 gennaio, è però Francesco Mariani responsabile del Gruppo “La Soffitta”.
Data recensione: 29/11/2014
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Sandra Nistri