chiudi

Scusi, ma in famiglia come l’hanno presa? «Benissimo! E poi era un viaggio che volevo fare sin dall’infanzia». Tito Barbini, per 15 anni assessore della Regione Toscana, dopo la

Scusi, ma in famiglia come l’hanno presa? «Benissimo! E poi era un viaggio che volevo fare sin dall’infanzia». Tito Barbini, per 15 anni assessore della Regione Toscana, dopo la cocente delusione elettorale del 2004 nella sua Arezzo, aveva bisogno di ritrovare se stesso, stando un po’ da solo. Ha scelto, senza indugio, una via proustiana alla sua personalissima Recherche e così, prendendo un aereo, arrivando a Santiago del Cile, scendendo fino in Patagonia e giungendo fino al punto «oltre il quale non è dato andare», come ha scritto Bruce Chatwin, ha iniziato un lungo viaggio fino in Alaska. Tanti, tantissimi chilometri fatti a piedi o in corriera, per scoprire due continenti e per avviare una riflessione che tra le mura amiche sarebbe impossibile. Questo lungo viaggio oggi è diventato un libro dal titolo Le nuvole non chiedono permesso (edizioni Polistampa, 168 pagine), che lunedì prossimo sarà presentato nella Sala dei Grandi del palazzo della Provincia di Arezzo. I tanti capitoletti che, come in un puzzle, formano il libro, sono intervallati da delle pure riflessioni, scritte in corsivo, con le quali Tito Barbini comincia a darsi delle risposte alle tante domande accumulate. «Si tratta di un diario di viaggio - ha spiegato - in cui si intrecciano ricordi degli incontri fatti strada facendo con riflessioni politiche sulle delusioni che ho subito. Perché è stato all’indomani della sconfitta aretina del 2004 che ho deciso di fare questo lungo viaggio. Ho camminato e preso autobus per oltre tre mesi, cento giorni che m’immaginavo sin dall’infanzia e che mi sono serviti per avviare anche una riflessione su me stesso, sulla mia esperienza politica, così come una ricerca sui luoghi, sulle situazioni emergenti di natura politica, sociale. Non solo: mi ha permesso anche la ricerca di una diversa lettura dell’America del Nord, che altrimenti sarebbe impossibile». Dalla Patagonia all’Alaska, attraverso le capitali (Santiago, La Paz, Lima, Quito, Panama City, Città del Messico, Los Angeles, Vancouver, Fairbanks), Barbini ha preferito fare come le nuvole, «non chiedere permesso» e lasciarsi guidare da quello spirito d’avventura che non può essere che salutare. «Il momento più bello - ha detto - è stato l’incontro con uno zappatore di sale dell’altipiano boliviano, in una cornice straordinaria dove un uomo sta facendo un mestiere duro e assurdo. Il momento più brutto, invece, in Perù, quando a 5200 metri d’altitudine ho sperimenatato la ‘‘fame d’aria’’«. Dopo Arezzo, il libro sarà presentato il 24 giugno a Cortona e il 10 luglio a Firenze, nella sala del Consiglio Regionale.
Data recensione: 14/06/2006
Testata Giornalistica: Il Giornale della Toscana
Autore: Marco Ferri