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Odoardo Spadaro dedicò l’allegra canzone La fettas les bains
Odoardo Spadaro dedicò l’allegra canzone La fettas les bains a quelli che erano definiti «i bagni della miseria», ovvero quelli frequentati in estate dalla maggior parte dei fiorentini, che non avevano i soldi per permettersi ferie fuori porta. Per rivivere l’atmosfera di quel picolo mondo antico popolato da nuotatori poveri ma belli, basta sfogliare il bel libro di Andrea e Fabrizio Petrioli Vacanze toscane. Un viaggio nei luoghi di villeggiatura attraverso le cartoline d’epoca (edizioni Polistampa, euro 16). A «il mare in città», frequentato da coloro che «non potevano permettersi di andare a Livorno, ai bagni Pancaldi» è dedicato un intero capitolo. Le cartoline mostrano vecchie barche, renaioli, pescatori, tuffi, aitanti canottieri.
«Il volume - sostengono gli autori - è tratto dal nostro ricchissimo archivio di cartoline d’epoca. Vacanze toscane racconta per immagini la storia della Toscana tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, quando iniziò la moda delle vacanze». Il libro dunque è una specie di antesignano di film cult quali Sapore di mare. «Nella nostra opera evidentemente non ci sono soltanto i bagni in riva d’Arno. Mostriamo foto tratte da luoghi tipici di villeggiatura toscani quali Forte dei Marmi, Viareggio, Quercianella, Castiglioncello, l’Isola d’Elba, Fiesole, Vallombrosa, Camaldoli e La Verna, l’Abetone e il Monte Amiata, le terme di Montecatini, Casciana, Saturnia e Chianciano. «Una scrittura facile che accompagna le infinite illustrazioni permette di scoprire come apparivano cento anni fa le località di vacanza ancora oggi in voga».
Molte le immagini curiose, rare. Fra queste c’è una foto del ristorante Tito a Viareggio che risale alla fine degli anni Venti. Ecco poi apparire un uomo e un asino al centro di una strada protetta da un massiccio muraglione. Siamo al valico della Futa, ad un’altezza di oltre 900 metri.
Ancora: il passo del Giogo ammantato di neve e l’antico porto di Castiglioncello dove un signore vestito di bianco come Dirk Bogarde in Morte a Venezia osserva le barche con le vele ammainate come bandiere dopo una battaglia. Un percorso fra i pionieri della villeggiatura, all’origine della grande industria turistica.
Data recensione: 11/06/2006
Testata Giornalistica: La Repubblica
Autore: Roberto Incerti