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Al Campo di Marte, quello di una volta, tutto campo e per tutti, i ragazzi giocavano a ‘‘chi buca entra’’, gioco calcistico di grande abilità con un rigido regolamento: possibile segnare solo di

Al Campo di Marte, quello di una volta, tutto campo e per tutti, i ragazzi giocavano a ‘‘chi buca entra’’, gioco calcistico di grande abilità con un rigido regolamento: possibile segnare solo di testa, di tacco, in rovesciata, o in mezza rovesciata. Una sera si avicinò un uomo di una certà età: ‘‘Scusate l’intrusione, posso fare due tiri con voi?’’ Fiduciosi e addiritura affascinati dal modo così naturale, così elegante, con il quale l’uomo aveva fermato il pallone col petto e stava palleggiando, Giovanni e i suoi amici risposero di sì. Arriv la sera e giocavano ancora. ‘‘Alla prossima’’, disse infine l’uomo, e aggiunse. ‘‘Ah, dimenticavo. M chiamo Miguel. Miguel Montuori’’. Sono alcune delle prime frasi , o piuttosto delle prime scene, di Francesco Luti nel suo ‘‘Millepiedi’’, romanzo che ha per sottotitolo ‘‘Dietro cose dimenticate’’, Selezione Narrativa Polistampa. Luti, fiorentino, classe ’70, una vita in giro per il mondo, un paio di lauree, un passato come insegnante in Spagna e in Brasile, un lungo e prolifico soggiorno in Irlanda, è stato anche collaboratore di questo giornale. Era un ragazzo o giù i lì. Oggi è uno scrittore e insieme traduttore, ma non di quelli paludati e solenni, o falsamente solenni, e difatti l’immagine è fortunatamente la stessa di quando era ragazzo e scriveva di pallone. Fa capo a Giovanni Alis, il protagonista che, tra l’altro ‘‘prova a vincere la scommessa con la vita’’. ‘‘Milepiedi’’, che nonostante il titolo non è un libro sul calcio, sarà presentato, per l’appunto al Museo del calcio, il 15 alle 12.
Data recensione: 12/06/2006
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Giampiero Masieri