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«Saluti dall’incantevole spiaggia di Viareggio». Sulla cartolina, datata ai primi del 1900, un gruppo di persone passeggia sulla battigia. Le donne si riparano dal sole con grandi cappelli o

Dal n. 27 del 16 luglio 2006

«Saluti dall’incantevole spiaggia di Viareggio». Sulla cartolina, datata ai primi del 1900, un gruppo di persone passeggia sulla battigia. Le donne si riparano dal sole con grandi cappelli o graziosi ombrellini e indossano gonne lunghe fino ai piedi. Anche gli uomini sono vestiti di tutto punto, con pantaloni e giacchetta, e per ripararsi dalla calura portano il caratteristico cappello di paglia.
Per le sue vacanze, al posto del mare, Assuntina ha scelto la frescura, la pace e la salubrità di Vallombrosa e da qui spedisce una cartolina al fidanzato inviandogli i suoi «saluti infiniti».

«Come stai di salute? Dove sei?», recita la cartolina che Alfredo invia da Bagni di Lucca dove si è recato per la sua vacanza «termale».

Sono solo 3 delle 500 cartoline raccolte nel volume «Vacanze toscane. Un viaggio nei luoghi di villeggiatura attraverso le cartoline d’epoca». Il libro, di Andrea e Fabrizio Petrioli, appassionati studiosi di storia locale, racconta attraverso le cartoline la storia della Toscana tra la fine dell’800 e gli inizi del ’900, quando iniziò a diffondersi la moda delle vacanze. E così, di pari passo con i progressi della fotografia, nacque il costume di spedire le cartoline come ricordo della villeggiatura: la cartolina illustrata – oggi soppiantata da sms ed e-mail – aveva il vantaggio di far scrivere poche parole ad un popolo che, ancora agli inizi del ’900, mostrava poca dimestichezza con la scrittura.

Ma dove andavano i villeggianti a cavallo dei due secoli passati? «I più ricchi signori, insomma chi poteva permetterselo – spiegano nella premessa al volume Andrea e Fabrizio Petrioli, che hanno collezionato fin qui ben 25 mila cartoline d’epoca – andavano al mare a respirare l’aria salubre e medicamentosa di Viareggio o dei Bagni Pancaldi di Livorno». Molti andavano «a passare le acque», a Bagni di Lucca prima e a Montecatini più tardi. Altri, i più intrepidi, arrivavano fino alla Montagna Pistoiese e da qui sulle vette appenniniche. «I più “comodoni” invece – fanno notare i due autori – si accontentavano di Vallombrosa e di Montesenario, così potevano anche cogliere l’occasione di pregare e ringraziare il Padre Eterno». Alcuni poi andavano in villeggiatura in località meno note, spesso ospiti di parenti ed amici. Molti, ed erano la maggioranza, pur essendo costretti a rimanere in città o in paese, «non rinunciavano ad assaporare l’ebrezza di una piccola vacanza facendo una gita fuori porta o nei parchi delle città. L’Arno si potrebbe considerare con il metro di oggi una località a cinque stelle: acqua pulita, ben sette stabilimenti, alcuni dei quali ben attrezzati con cabine e luoghi di ritrovo».

Il libro, pubblicato dalle Edizioni Polistampa e introdotto da un saggio di Pier Francesco Listri, è diviso in quattro sezioni che riguardano Firenze e l’Arno, i luoghi dove si facevano le «bagnature», le colline e le montagne dove «si ritempravano corpo e spirito» e i luoghi dove si «passavano le acque».

Andrea e Fabrizio Petrioli, Vacanze Toscane. Un viaggio nei luoghi di villeggiatura attraverso le cartoline d’epoca, Edizioni Polistampa, grande formato, pagine 384, euro 44; edizione sintetica ed economica, pagine 248, euro 16.
Data recensione: 12/07/2006
Testata Giornalistica: Toscana Oggi
Autore: Lorella Pellis