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Definito dall’autore il “senatore scomodo”, Vedovato - diplomatico, politico, docente universitario, uomo di cultura - è stato fra i principali artefici della costruzione europea

Definito dall’autore il “senatore scomodo”, Vedovato - diplomatico, politico,docente universitario, uomo di cultura - è stato fra i principali artefici della costruzione europea nella quale credeva in maniera quasi fideistica. Nato in provincia di Avellino, si laureò in Scienze politiche alla “Cesare Alfieri” e a Firenze intraprese la carriera accademica. Il capoluogo toscano svolse un ruolo tutt’altro che secondario nella sua formazione, e non solo per l’influenza di quell’ambiente cattolico che ruotava attorno a Elia Dalla Costa e per la battaglia accanto al cardinale per “Firenze città aperta” e la collaborazione con Giorgio La Pira, ma anche per la sua difesa del patrimonio artistico e culturale (dall’impegno per la Soprintendenza alle belle arti a quello per l’Istituto agronomico o la Biblioteca nazionale) o perché diresse per circa sessant’anni la “Rivista di studi politici internazionali”, fondata appunto a Firenze pochi anni prima da studiosi quali Jacopo Mazzei o Giacinto Bosco. Scomparso a quasi 100 anni nel 2012, Vedovato fu un intellettuale “scomodo”, anche nella sua militanza nella Democrazia cristiana (basti pensare che nel 1974 presentò un disegno di legge per togliere a deputati e senatori l’immunità parlamentare). Di particolare importanza l’impegno per e nelle istituzioni europee: eletto rappresentante effettivo dell’Assemblea consultiva del Consiglio d’Europa all’inizio degli anni Sessanta, fu da allora una presenza costante a Strasburgo, senza per questo perdere di vista i suoi rapporti con il terzo Mondo e i Paesi in via di sviluppo, di ordine politico, diplomatico e culturale. Oltre alla sua azione per la nascita a Firenze dell’Istituto universitario europeo e alle varie cariche negli organismi comunitari, dal ’72 al ’75 fu presidente onorario della stessa. Il suo enorme archivio personale è stato donato alla Biblioteca Nazionale di Firenze: ai 104 faldoni originari se ne aggiungeranno altri 4 per la sistemazione della sua corrispondenza.
Data recensione: 01/07/2014
Testata Giornalistica: Le Carte e la Storia
Autore: Daniela Manetti