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Scorrono come tanti fotogrammi di un elegante film in bianco e nero (qua e là punteggiato a colori) le foto lungo le pareti al secondo piano di villa Bardini

Scorrono come tanti fotogrammi di un elegante film in bianco e nero (qua e là punteggiato a colori) le foto lungo le pareti al secondo piano di villa Bardini in Costa san Giorgio a Firenze. Sono immagini di moda molto raffinate, con un che di aristocratico e una punta di distacco nello stile, scandite nella chiarezza e profondità del chiaroscuro, affatto chiassose, sottratte al glamour e all’improvvisazione, come a sottolineare l’eleganza, l’immediatezza e la semplicità del “messaggio”. Il contenuto è già tutto lì e non c’è bisogno di aggiungere altro. I modelli, uomini e donne, partecipano al progetto comunicativo con evidenza espressiva e compostezza formale, ora avvolti in una atmosfera flou, ora solcati da un tratto più duro e scultoreo, spesso impreziositi dalla citazione pittorica, ma sempre decisi e costruttivi, pur nella enigmatica bellezza dello sguardo. Sono gli scatti di Aldo Fallai, raccolti nella mostra dal titolo impegnativo, “Da Giorgio Armani al Rinascimento”, a cura di Martina Corgnati, Luigi Salvioli e Carlo Sisi (loro pure i contributi in catalogo edito da Polistampa) che, in coincidenza con Pitti Uomo, festeggia un protagonista assoluto dell’impalcatura immaginifica del Made in Italy, fra i più originali e autorevoli, quanto dei più schivi e riservati, a partire dai dirompenti ’70, soprattutto grazie alla trentennale collaborazione con Giorgio Armani, per il quale firma le più importanti campagne pubblicitarie. Se il Made in Italy ha le sue icone, il binomio Armani-Fallai è un cult. Pure è questa la prima personale che gli viene dedicata: un approfondimento monografico che di Fallai riassume il percorso artistico, creativo e professionale, in oltre 150 foto, tutte ristampate e inquadrate in pari dimensioni, sotto la supervisione dell’autore. Immagini classiche che rievocano il primato della moda italiana nel suo momento più alto e innovativo: gli anni ’80. Quando Armani inventa e lancia il suo stile, una donna elegante, vagamente androgina, un uomo dal look raffinato, trasgressivo e narcisista. Giocando con ruoli e situazioni, con modelle più affascinanti che belle, più intriganti che seducenti, sguardo deciso e netto, Fallai ricostruisce un mondo che va oltre l’abito per ritrarre un’intera società e una generazione, i suoi sentimenti, gli umori, i gusti, i luoghi, le stagioni e le attese. Una mostra che, nel distaccamento al museo Bardini, consente di scoprire, oltre le passerelle e gli atelier, le riviste patinate e le griffe più affermate, gli interessi di Fallai nel campo delle arti visive. Che, per un fiorentino come lui, hanno sempre costituito il contesto più ovvio e immediato di ispirazione e attrazione. Aperta fino al 16 marzo. Info www.bardinipeyron.it
Data recensione: 10/01/2014
Testata Giornalistica: Il Tirreno
Autore: Gabriele Rizza