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Non si può fare a meno d’abbandonarsi ai ricordi quando ci s’imbatte nel nome di una persona conosciuta in un momento particolare della nostra vita

Dalla raccolta “Il Pozzo” fino al recente “Visioni” edito da Polistampa

Gian Maria Molli, la passione per la parola scritta

Non si può fare a meno d’abbandonarsi ai ricordi quando ci s’imbatte nel nome di una persona conosciuta in un momento particolare della nostra vita. È quel che mi è accaduto leggendo di Gian Maria Molli. Lo ricordo, all’inizio degli anni Settanta, tutti e due impegnati ad avere un posto tranquillo nel giornalismo. Lui, impegnato anche nel dare corpo alla sua grande passione (il racconto), aveva la fortuna di poter frequentare la casa di colui che era nel ristretto novero degli autori doc di racconti: Romano Bilenchi. Che faceva vita ritirata. Gli sottoponeva i testi che nel 1974 avrebbero formato la raccolta “Il pozzo”.
Poi le nostre strade si separarono, Gian Maria Molli approdò a Roma, dove ora - a 61 anni - è conduttore del GR3.
Dopo “Il pozzo”, il silenzio durato quattordici anni. È, infatti, del 1988 la fiaba ecologica “Dani, il cinghialino”, cui segue - nel 1990 - il romanzo breve “Zoo”. Un anno dopo, la nuova raccolta di racconti intitolata “Fiori”. Dopo un altro lungo silenzio - dovuto soprattutto al grande lavoro che fa sulla pagina - ecco una nuova raccolta di racconti: “Visioni”. Sono sette, in tutto, e hanno - come è nello stile di Gian Maria Molli - titoli brevi, brevissimi, fatti di una sola parola: “Sangue”, “Incubo”, “Carne”, “Visione”, “Sirena”, “Spirito”, “Ritorno”.
Praticando un genere trascurato in Italia, pur essendovi nato, Gian Maria Molli dimostra ancora una volta di non voler percorrere strade consuete, ma di preferire il confronto con “un mondo sospeso tra realtà e incubo”, fino ad arrivare a stravolgere il modo di narrare.
Sostiene, il critico Antonio Pane: “Un mondo non condiviso, solitudine gremita di parlanti che non si ascoltano, ressa di irrelate allucinazioni verbali.
Per restituire la cruda sostanza di questo universo impazzito, Molli mette in campo una pluralità di tecniche narrative, tutte svolte con esemplare coerenza”. E ci mette davanti a storie dure, cazzotti allo stomaco, come quella che pubblichiamo (“Sangue”) per gentile concessione dell’editore e dell’autore.
Data recensione: 29/05/2006
Testata Giornalistica: Il Corriere di Firenze
Autore: Riccardo Cardellicchio