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Parla di solitudine e orrore del quotidiano la raccolta di racconti di Gian Maria Molli "Visioni", edita da Polistampa (pp.156, 10 euro). Nell’aprile 2003, con la raccolta di

Servizi del Giorno
11/07/2006 ore 18.53 Cultura



ROMA\ aise\ - Parla di solitudine e orrore del quotidiano la raccolta di racconti di Gian Maria Molli "Visioni", edita da Polistampa (pp.156, 10 euro).
Nell’aprile 2003, con la raccolta di racconti fantastici di Giorgio Batini "La zia Ermellina", Polistampa inaugurava una collana di opere inedite di scrittori italiani esordienti o già famosi, organizzando così la propria migliore produzione narrativa. Da allora la "Selezione Narrativa" della casa editrice di Antonio Pagliai ha contato ben 13 successi e varie ristampe. E, se il primo intento del progetto era quello di rivitalizzare la narrativa italiana, oggi si è dato il più forte contributo in questa direzione, con la pubblicazione delle originalissime prose di Gian Maria Molli, 61 anni, fiorentino, giornalista professionista.
Il genere scelto da Molli, il racconto, nato in Italia e trascurato per decenni dalla nostra editoria, oggi sta vivendo una vera e propria rinascita.
Già autore, tra l’altro, di due raccolte di racconti, "Il pozzo" (Firenze, 1974) e "Fiori" (Roma, 2000), in "Visioni" l’autore ci trasporta, attraverso sette diversi momenti, in un mondo non condiviso, abitato da una solitudine gremita di parlanti che non ascoltano e infinite allucinazioni verbali.
"Per restituire la cruda sostanza di questo universo impazzito - afferma il critico Antonio Pane - Molli mette in campo una pluralità di tecniche narrative, tutte svolte con esemplare coerenza". La narrazione appare infatti sospesa tra realtà e allucinazione, tra orrore del quotidiano e umane normalità. Il tutto reso attraverso una scrittura rigorosa e tenace, la cui forza espressiva sta in uno stile che riproduce fotogrammi, simile ad una "moviola". Colpisce l’intensità dei vocaboli, sempre adeguati agli ambiti più diversi: la catalogazione botanica, il dettaglio di un’arma, il gesto di un calciatore. Una scrittura densa, ricca di significati, dove niente viene lasciato al caso: tutto ha un senso, ogni parola un posto ben studiato.
Titoli inquietanti quelli proposti dall’autore ("Sangue", "Incubo", "Carne", "Visione", "Sirena", "Spirito", "Ritorno") che rappresenta con uno stile sempre simile a se stesso un universo impazzito e allucinato. Un mondo che Pane nella prefazione al volume sintetizza con queste parole: "il microfono offerto alla arruffata polifonia di un ingorgo stradale che assiste estraneo all’uccisione di una bambina; i soliloqui di una ragazza e di un macellaio in pensione; il pas de deux che insegue, fino al sorprendente incrocio, le fanatiche manovre di un ex militare tedesco e di un fotografo naturalista; il triplice flusso di coscienza riversato su un annegamento; il dialogo di contadini risolto in parabola ecologica; il contrappunto fra uno scrittore "respinto" e il suo libro furiosamente riscritto".
I racconti seguono il filo conduttore della mente umana, narrati spesso attraverso un punto di vista interno, capace di rappresentare una realtà deformata e a tratti incomprensibile. Ne viene fuori un quadro desolante e cupo, spesso illuminato da improvvise "epifanie" che sorprendono il lettore, ma, al tempo stesso, lo aiutano a capire. Comprensione che passa attraverso un io narrante che scopre, dunque, attorno a sé una realtà diversa da quella immaginata. Così avviene ad esempio in "Incubo", dove una ragazza scopre i propri genitori sotto una luce nuova, violandone accidentalmente l’intimità. O come avviene in "Carne", dove il protagonista, in un percorso di scrittura che diventa gradualmente catarsi, supera il proprio egoismo e impara a chiedere perdono. I personaggi ne escono mutati e diversi, mai più niente e nessuno sarà uguale a prima.
Molli crea spazi angusti e stretti, vortici di pensieri ed idee che si rincorrono e che trovano raramente vie di fuga. Ma non tutto finisce nell’orrore: l’essenza della vita, la sua circolarità, è ben rappresentata dal cerchio chiuso che raccoglie i racconti.
Il volume si apre con il cinismo e la morte, ma si chiude con una nota di speranza. In "Ritorni" Molli scrive: "E invece vado lì a vivere l’attimo, a trasformarlo in eternità. Oggi il mio attimo eterno è la visione oro azzurro di una bambina che si libra nell’aria. L’energia positiva che sprizza da quel corpicino". E ancora: "Buona fortuna, sì. Finché ci saranno bambini capaci di ricordare agli adulti la via che hanno perduto. Dondolando su un’altalena o tirando calci ad una palla. Qualsiasi pretesto è buono, purché vi sia armonia". E anche se oggi "il biondo azzurro non c’è", "tornerà, lo so, a irradiare la sua luce, a riempire di pensieri rosa questo giardinetto cupo".
"Visioni" parla allora di questa esistenza umana, in cui "si cade" ma "ci si rialza, sempre. Fino al fischio finale". (stefania del ferraro\aise)
Data recensione: 11/07/2006
Testata Giornalistica: AISE
Autore: Stefania Del Ferraro