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«Per i medesimi Rucellai fece Leon Battista in San Pancrazio una cappella che si regge sopra gl’architravi grandi, posati sopra a due colonne e a due pilastri

«Per i medesimi Rucellai fece Leon Battista in San Pancrazio una cappella che si regge sopra gl’architravi grandi, posati sopra a due colonne e a due pilastri, forando sotto il muro della chiesa, che è cosa difficile ma sicura. Onde questa opera è delle migliori che fece questo architetto». Giorgio Vasari non amava Leon Battista Alberti, ma non potè comunque ignorare quel piccolo lavoro architettonico che è la Cappella Rucellai a Firenze realizzata nel 1467, dove si racchiude la summa dell’umanesimo fiorentino. Uno scrigno rinascimentale costruito su una struttura trecentesca, con all’interno il Tempietto del Santo Sepolcro, che da anni ed anni non era più visibile e che ora torna al pubblico dopo lungo restauro e un intelligente accordo fra più soggetti. La struttura, di fianco alla Chiesa di San Pancrazio —oggi museo marino Marini—, è stata infatti restaurata dalla sovraintendenza ai beni storico-architettonici, con il sostegno della Fondazione Marino Marini di Pistoia e dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. La Cappella e il Tempietto, dedicati a Giovanni Rucellai entrano a fra parte del percorso del museo grazie all’apertura di un passaggio sul lato sinistro della navata centrale della chiesa-museo, visitabile dalle 10 alle 19.
Realizzato in scala rispetto a quello di Gerusalemme, il Tempietto dell’Alberti è da sempre noto agli studiosi d’arte di tutto il mondo per la sua spazialità rigorosamente rinascimentale, che declina in chiave moderna tutti tutti gli elementi dell’architettura classica. Il tempietto inoltre è stato considerato una copia fra le tante che si diffusero in occidente nel Medioevo e nel Rinascimento, nate dal ricordo e dalla devozione dei pellegrini di ritorno dalla Terra-santa.
La geometria delle tarsie decorative svela significati emblematici e astrologici, che suscitarono un nuovo interesse durante tutto il Rinascimento. L’Alberti collocò inoltre alcune tarsie facilmente riconoscibili per il loro significato contemporaneo: indicavano infatti le imprese personali di Giovanni Rucellai (legato alla famiglia Medici per matrimonio), di Lorenzo il Magnifico, di suo padre Piero dei Medici e del nonno paterno Cosimo il Vecchio. L’interno del sacello è composto da un’unica camera sepolcrale. In base a questa disposizione lo stesso Alberti fu costretto a costruire la piccola porta d’ingresso fuori centro, dal momento in cui il sepolcro occupava metà della larghezza della camera.
Nel 1808 la Cappella fu separata dalla chiesa che venne sconsacrata e trasformata, per editto napoleonico, in una sala d’estrazione della Imperiale Lotteria di Francia. Da allora il varco di collegamento fu murato e per la cappella, che continuò ad essere consacrata al culto, fu costruito un nuovo ingresso su via della Spada.
In occasione dell’inaugurazione, il museo Marino Marini, con il sostegno dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, lancia la nuova App, realizzata in italiano e inglese per il mondo Aplle e Android, che consentirà una maggiore interattività con il Museo stesso.
La Cappella è di proprietà della Curia di Firenze e manterrà la sua destinazione di luogo sacro destinato al culto.
Per festeggiare l’evento, sabato 16 e domenica l’ingresso al Museo Marino Marini e al sacello dei Rucellai è consentito fino a un massimo di 25 persone ogni 30 minuti. Oggi alle 17 l’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori celebrerà una Messa nella cappella.
Data recensione: 13/02/2013
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Olga Mugnaini