Il Rinascimento di Montelupo

Mentre crescono i valori delle ceramiche rinascimentali italiane (a luglio un piatto da parata in maiolica del 1530 è stato venduto da Christie’s per 540.000 euro), si moltiplicano gli studi dedicati a collezionisti e appassionati. L’ultimo in ordine di tempo, appena pubblicato da Polistampa, esplora approfonditamente il fenomeno dei "figurati" toscani: brocche, coppe, boccali, scodelle, piatti, orci e bacili decorati a mano libera con splendide rappresentazioni a carattere figurativo. Centro principale di questo genere di enorme successo fu Montelupo, in Toscana, dove scavi recenti hanno permesso di recuperare nei pressi delle antiche manifatture centinaia di reperti fallati, pazientemente ricomposti da un’équipe di esperti per essere studiati e poi esposti nel museo della città. Frutto di lunghi anni di indagine, la monografia è firmata da esperti come Fausto Berti, direttore del Museo della Ceramica di Montelupo, e Carmen Ravanelli Guidotti, conservatrice del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza. Quattro saggi introduttivi fanno il punto sulla documentazione raccolta sinora, ricostruendo non solo gli esiti delle ricerche e gli aspetti storiografici delle manifatture di Montelupo, ma mettendo anche in luce il percorso artistico che portò i maestri cinquecenteschi dal cosiddetto ritratto rinascimentale al figurato canonico a piena superficie, passando attraverso fasi denominate primo figurato, raffaellismo e manierismo maturo. La seconda parte del libro è costituita dalla schedatura di un corpus inedito di venticinque opere attribuite a una decina di maestri, tutti anonimi, descritte e inquadrate storicamente grazie ai confronti con pezzi analoghi rintracciati in musei, raccolte private e cataloghi di vendita.