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Recentemente dagli archivi della Fondazione La Pira sono usciti nuovi documenti che testimoniano i rapporti tra il sindaco di Firenze e la Democrazia cristiana cilena

Recentemente dagli archivi della Fondazione La Pira sono usciti nuovi documenti che testimoniano i rapporti tra il sindaco di Firenze e la Democrazia cristiana cilena. Questi documenti sono stati pubblicati in uno dei volumi che la casa editrice Polistampa sta dedicando all’archivio dell’indicato primo cittadino democristiano di Firenze. Fra questi documenti c’è un telegramma di Giorgio La Pira al generale Pinochet dopo il colpo di stato del 1973 che pose fine alla democrazia cilena. In latino La Pira scrisse “chi di spada ferisce di spada perisce” ammonendo così il capo dei generali golpisti per quanto aveva fatto. La Pira era stato un sostenitore della rivoluzione democratica che il presidente del Cile Eduardo Frei, aveva iniziato appena eletto. Anch’io ho conosciuto Frei: dopo il colpo di stato di Pinochet andai a trovarlo all’Hotel Savoy in piazza della Repubblica. Andai a trovarlo insieme a Stefano Fabbri e a Emilio Pucci, che era amico della famiglia Frei. Con l’ex presidente del Cile c’era il figlio, che si chiamava Eduardo come il padre e che diventerà con il ritorno della democrazia nel paese andino anche lui presidente. Con La Pira ho incontrato in quegli anni Bernardo Leighton, già vicepresidente del Cile, esponente di primo piano della DC ferito a Roma in un attentato ordito dalla polizia segreta di Pinochet e dai neofascisti italiani. La sua moglie fu ferita gravemente e rimase paralizzata alle gambe nello stesso attentato. Quando penso a questi uomini, alla loro forza morale, alla loro fede cristiana e democratica, alla grande dignità di sconfitti coraggiosi e penso ai politici italiani di oggi, mi viene una grande malinconia. Tra i cosiddetti politici che entreranno nel nuovo parlamento il 24 febbraio prossimo e la tempra degli uomini che ho ricordato c’è un baratro. In Italia oggi non c’è nessuno degno d’essere paragonato a loro.
Data recensione: 06/01/2013
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Giovanni Pallanti