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Un nuovo importante contributo alla conoscenza di uno dei capolavori di Canova, forse quello in cui il grande scultore viene più identificato, il gruppo delle Grazie

Un nuovo importante contributo alla conoscenza di uno dei capolavori di Canova, forse quello in cui il grande scultore viene più identificato, il gruppo delle Grazie, e all’approfondimento del fondamentale rapporto tra l’artista e Ugo Foscolo viene dalla splendida edizione anastatica di un volume illustrato, uno dei vanti dell’editoria neoclassica. Intitolato Outline engravings and descriptions of the Woburn Alley marbles, venne pubblicato a Londra nel 1822, in singolare coincidenza con la morte di Canova, per illustrare la Galleria, ricavata dalla trasformazione dell’antica serra, dove John Russel, sesto duca di Bedford, aveva disposto le sculture, in maggioranza pezzi antichi, acquistate durante il suo Grand Tour in Italia. Alla ristampa del volume ne segue un secondo, curato dal grande italianista Arnaldo Bruni, uno dei più raffinati interpreti dei rapporti tra Canova e la letteratura, dove sono presenti la traduzione, le note e un saggio critico. Questo straordinario museo della scultura era e rimane ancora il vanto della sua imponente residenza di campagna Woburn Alley nel Bedfordshire, un ex-abbazia cistercense che uno dei capostipiti della dinastia, il barone John Russel, aveva avuto in dono nel 1547 da Enrico VIII. Questa fastosa dimora è ancora oggi molto visitata anche se manca l’opera per cui andava più famosa e che rendeva così speciale quella Galleria di sculture, il gruppo canoviano, diventato proprietà dello stato e ora esposto a turno al Victoria and Albert Museum e alla National Gallery di Edinburgo. Come documentano le bellissime incisioni, accompagnate da lunghe descrizioni, del volume ristampato grazie all’impegno della Banca C R di Firenze, le Grazie assumevano in quel contesto uno speciale risalto proprio per essere accompagnate da uno straordinario corteggio di statue antiche, che facevano ancora più risaltare la grandezza e l’originalità di Canova, e per essere collocate in un tempietto loro dedicato per sottolineare le loro qualità di divinità che presiedono alla bellezza considerata, secondo l’ideologia, tipicamente neoclassica che univa Canova e Foscolo, civilizzatrice e consolatrice dell’umanità. Si tratta della seconda versione del gruppo, realizzato tra il 1815 e il 1817 con diverse varianti rispetto alla prima, quella oggi all’Ermitage, che era stata commissionata dall’imperatrice Giuseppina. Va a questa donna, amante dell’arte, il merito di aver proposto allo scultore un soggetto che gli si rivelerà estremamente congeniale. Fu proprio Foscolo, che meglio di tutti aveva capito la modernità di un’alta opera straordinaria, la Venere italica, a entrare in sintonia con il gruppo canoviano realizzando, in un lavoro in progress durato molti anni, quello che può essere considerato il suo equivalente in poesia, il celebre carme intitolato alle Grazie. Esule dal 1816 in Inghilterra, il poeta sarà stimolato proprio dal capolavoro arrivato a Woburn Alley ad andare avanti nella stesura di un componimento la cui lettura rimane il miglior viatico per entrare in sintonia con la scultura di Canova e comprendere soprattutto il significato di quel velo di cui le tre divinità, né nude né vestite, sono cinte. Così i versi foscoliani appaiono ampiamente citati proprio nella descrizione delle Grazie, mentre in appendice al volume il duca volle inserire proprio un testo di Foscolo, la Dissertazione su un antico inno alle Grazie, dove il poeta illustrava il percorso creativo e le ragioni di quel carme che proprio adesso, grazie allo stimolo che poteva venirgli dalla scultura canoviana, si accingeva a portare alla tanto attesa, ma mai realizzata, conclusione.
Data recensione: 06/01/2013
Testata Giornalistica: Il Sole 24 Ore
Autore: Fernando Mazzocca