«Ora la verità», in un libro la rilettura del crac della cassa di Risparmio di Prato

«È un atto di giustizia che dovevo a mio padre» . Con queste parole Giovanni Bambagioni definisce Ora la verità. Cronistoria di un’ingiustizia. Il caso della Cassa di risparmio di Prato» edito da Polistampa, dove in oltre trecento pagine corroborate da minuziose documentazioni, si effettua una profonda revisione del periodo assieme più fecondo e più contraddittorio di quello che fu l’istituto di credito della nostra città. Il quindicennio in cui sotto la guida di Silvano Bambagioni, presidente e Arturo Prospero direttore generale la Cassa conobbe il massimo sviluppo imponendosi come caso nazionale in senso positivo, quindi precipitando in una fase di crisi che ne indusse il commissariamento da parte delle autorità di vigilanza. A ipotizzare una rilettura critica di quel periodo fu l’allora vescovo di Prato Gastone Simoni durante l’omelia funebre per Silvano Bambagioni, deceduto nell’agosto 2011. Quella «rilettura» è contenuta nel libro che Giovanni, figlio «Ora la verità», in un libro la rilettura del crac della cassa di Risparmio di Prato di Silvano Bambagioni, ha realizzato cercando di fondare su atti e documenti ogni passo di quello che più che appare un inedito brano di storia su cui la città è chiamata a riflettere. «Mio padre e Prospero uscirono dalla Cassa nell’87, il commissariamento si consumò in altre mani, ma la vulgata diffusa da allora fu che la loro gestione portó al dissesto - spiega Giovanni Bambagioni - e voglio dimostrare come non sia vero». Secondo l’autore, furono cause economiche e politiche a impedire quel salvataggio garantito a altre consorelle toscane e italiane e negato alla Cassa pratese. Ora la verità sarà presentato oggi alle 17 al Ridotto del Politeama in una conversazione coordinata da Umberto Cecchi già direttore de La Nazione e ora presidente della Fondazione Metastasio cui partecipano i giornalisti Piero Ceccatelli de La Nazione, Francesco Colonna, Gianni Rossi di Toscana Oggi, Paolo Toccafondi del Tirreno, con intervento dell’avvocato Giovanni Mati.