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Frey ha dodici anni e una gran voglia d’avventura. E così, coinvolge i suoi quattro amici in un’avventura che li porterà oltre i confini del mondo.

Frey ha dodici anni e una gran voglia d’avventura. E così, coinvolge i suoi quattro amici in un’avventura che li porterà oltre i confini del mondo alla ricerca di sei chiavi magiche, in grado di aprire la Porta dei Misteri che cela un portentoso oggetto capace di riportare il bene tra gli uomini, eliminando ogni sorta di male. I ragazzi devono aprire quella Porta per salvare il mondo dalla catastrofe imminente...Trama scontata di una delle solite avventure fantasy? Mica tanto: perchè dietro La Porta dei Misteri.1 – La Leggenda, edito da Polistampa, che sabato 24 alle 17.15 verrà presentato al Teatro Puccini di Firenze addirittura da Leonardo Pieraccioni, con il giornalista Giovanni Bogani, non c’è uno scrittore qualsiasi. C’è un ragazzo fiorentino, che adesso ha tredici anni e mezzo «ma avevo cominciato a scriverlo già a nove, poi non mi convinceva e l’ho lasciato lì», confida candido Filippo Torrini: frequenta la prima liceo classico (già, ora si dice così...), pratica sci e tennis, è tifoso viola, vive una vita normale con gli amici, ascolta musica rock. Ma ha una passione pazzesca: leggere e scrivere. Gli piacciono Ende, Ulhlman e Golding, «ma più di tutti–ammette–Il Signore degli Anelli e Harry Potter». Le bibbie del fantasy, appunto. Così nasce La Porta dei Misteri, che è una trilogia: il primo volume già stampato, gli altri comunque già pronti, in tutto seicento pagine di avventure. A firmargli la prefazione nientemeno che Enzo D’Alò, regista del nuovo, bellissimo Pinocchio versione cartoon. L’idea del fantasy, confessa Filippo, gli viene naturale. «Si, perchè mi piace inventare, creare storie–dice–in mondi in cui sei padrone di muoverti, come il fantasy: mondi e personaggi che non esistono, e che puoi far muovere come ti pare. In linea con Avatar, se si vuole, ma più con Tolkien e Harry Potter». Il personaggio di Ferrante...«È il mio secondo nome–rivela Filippo–e quindi è ispirato a me: i pregi sono i complimenti che mi sento fare, i difetti sono quelli che sento dai miei genitori. E che magari non condivido...». Scrive di notte, «in vacanza–sorride–perchè la scuola non deve risentirne. Mi piace scrivere “a lume di candela”, mi rilassa prima di dormire, ma quel piccolo tavolo in una piccola stanza mi dà anche una sensazione romantica della scrittura...». Idee chiare. Scrittura piana, storia densa. Chi la vuole scoprire, vada al Puccini sabato. Oltretutto, la vendita del libro contribuisce alla raccolta di fondi per sostenere studio e cura dei tumori celebrali infantili con la Fondazione Tommasino Bacciotti. E se c’è un obiettivo così, vale il doppio.
Data recensione: 15/11/2012
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Paolo Pellegrini