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Il fascino e la bellezza di un’antica tradizione artigiana, la scagliola, detta anche pietra di luna, risplendono nella mostra Alchimie di colori. L’arte della scagliola. La collezione di Bianco Bianchi di antiche scagliole dal XVII al XIX secolo, allesti

Il fascino e la bellezza di un’antica tradizione artigiana, la scagliola, detta anche pietra di luna, risplendono nella mostra Alchimie di colori. L’arte della scagliola. La collezione di Bianco Bianchi di antiche scagliole dal XVII al XIX secolo, allestita da domani al 6 gennaio allo spazio mostre dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze (via Bufalini 6), è promossa dall’Ente con l’Osservatorio dei Mestieri d’Arte. L’evento è stato presentato ieri dal vicepresidente dell’Ente, Giampiero Maracchi, dalla Soprintendente del Polo museale Cristina Acidini, dal Soprintendente dell’Opificio delle Pietre dure Marco Ciatti, dall’assessore alle politiche culturali del Comune di Pontassieve, Alessandro Sarti, dai titolari della collezione Alessandro ed Elisabetta Bianchi e dai curatori Silvia Botticelli e Modestino Romagnolo. Da tutti è stata auspicata una adeguata collocazione per questa prestigiosa raccolta, unica al mondo, che oggi è visibile solo agli studiosi e agli addetti ai lavori.Questa particolare tecnica di intarsio, con materiali naturali come la polvere di selenite, pigmenti colorati e colle vegetali mescolate tra loro, dà vita a incredibili manufatti che sono profondamente legati al territorio italiano e toscano. Detta mèschia, conosciuta fin dall’epoca romana, amata dai Medici e dai Lorena, la scagliola è entrata a far parte dell’artigianato fiorentino negli ultimi cinquant’anni grazie a Bianco Bianchi (1920-2006), artista-artigiano appassionato a tal punto da aver dedicato a quest’arte tutta la sua vita. con tale materiale si possono infatti rivestire pareti e pavimenti a finto marmo, realizzare cornici, colonne, piani di tavolo, paliotti e altri oggetti d’arredo liturgico e profano ad imitazione del commesso di pietre dure e di altri materiali, oppure vere e proprie pitture.
La scagliola si ottiene da un minerale, la selenite che, allo stato puro, si presenta sotto forma di lamelle o scaglie. Da qui il nome. Cotto e macinato in sottilissima polvere, viene mescolato con terre colorate e colle animali. Il disegno originale si riporta su una lastra di marmo o di scagliola, si traccia con il mazzuolo e scalpello e, infine, si scava in profondità. Gli impasti colorati riempiono il disegno inciso e, dopo l’indurimento, si spianano con acqua e pietra pomice. Il piano è così pronto per essere di nuovo graffito con il bulino ed ospitare altre sfumature di colore. Sono orgogliosi di averne, tra i tanti, Carlo d’Inghilterra, le famiglie Agnelli e Versace, i duchi di Kent. La straordinaria collezione di Bianchi è considerata la più importante al mondo (circa 130 pezzi dal XVII al XIX secolo) tanto da essere inserita nella guida sui Musei dell’artigianato curata dal Touring Club. La mostra, inserita in Florens 2012, raccoglie una trentina di esemplari d’epoca antica (tra piani da tavolo, pannelli, mobili), assieme a manufatti contemporanei realizzati da Alessandro ed Elisabetta Bianchi, i figli di Bianco ed eredi fedeli di segreti e insegnamenti.
Per avvicinare i giovani alla comprensione di una tecnica così raffinata, nelle sale in cui è allestita la mostra è stata predisposta una sezione didattica dove i visitatori, in particolar modo studenti e scolaresche, avranno modo di vedere in giornate ed orari predeterminati i materiali utilizzati e seguire le varie fasi esecutive necessarie per la realizzazione dei manufatti.
Data recensione: 17/10/2012
Testata Giornalistica: La Nazione
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