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Sentirsi come Cajkovskij che passeggia all’ombra del viale dei Colli, aspettare come Spadaro la su’ biondona alle Cascine, godersi il panorama da un roof-garden

 Sentirsi come Cajkovskij che passeggia all’ombra del viale dei Colli, aspettare come Spadaro la su’ biondona alle Cascine, godersi il panorama da un roof-garden sull’Arno come Rilke... che sia per un giorno o anche solo per il tempo di una passeggiata, è possibile leggendo e seguendo gli itinerari suggeriti da un libro uscito di recente con il contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Gianni Caverni e Raffaella Marcucci con il loro “Firenze casa mia. Ospiti celebri e cittadini illustri: luoghi e memorie” ripercorrono le orme fiorentine di tanti personaggi, delineandone i profili inediti e inaspettati, innestando nell’analisi storica la loro professione di giornalisti.
Da un grandtourist di fine Settecento quale il mecenate e scienziato dilettante Lord Cowper, in corrispondenza con Alessandro Volta, fino ad un Leonardo Ricci che ha firmato il progetto del nuovo Palagiustizia di Novoli. Fra la nutrita galleria di personaggi spunta, per esempio, Walter Savage Landor, irascibile letterato d’Oltremanica, che stabilì la sua residenza a Villa La Torraccia, oggi sede della Scuola di Musica di Fiesole, in una campagna umanizzata, con “la miglior acqua, aria e olio del mondo”. Il nostro itinerario può proseguire verso Villa Bellagio, sempre a San Domenico, dove per molti anni visse il pittore svizzero Boeklin, l’autore della celebre “Isola dei morti”, che qualcuno vuole ispirata dalla visione del Cimitero degli Inglesi di piazza Donatello, e che qui si dilettava nello studio del volo degli uccelli, tentando, senza successo, pindarici voli umani nei dintorni. Nella magia delle sere fiesolane, abbarbicato in un “piccolo nido d’aquila” in via Verdi, troviamo invece Frank Lloyd Wright, in fuga con l’amante dallo stress familiare e lavorativo, che rivedeva il suo modo di progettare architetture in senso “organico”.
Che dire poi del castello di Vincigliata? Un sogno medievale divenuto realtà grazie alla caparbietà (e alle molte sostanze) di un altro eccentrico inglese, John Temple Leader. E così, se la “divina” Eleonora Duse consumava la sua passione con il dirimpettaio d’Annunzio nazionale sul colle di Settignano, Mark Twain, si lasciava ispirare dai “più incantevoli tramonti di ogni sistema solare” nel giardino della vicina villa Viviani.
Data recensione: 09/08/2012
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: ––