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Prima che Alberto Lenza scrivesse questo importante volume sul Maestro del Borgo alla Collina, sotto le sue mentite spoglie si

Prima che Alberto Lenza scrivesse questo importante volume sul Maestro del Borgo alla Collina, sotto le sue mentite spoglie si è cercato di mettere, di volta in volta, vari personaggi, tra i quali: Gherardo Starnina, oppure un “artista minore della cerchia di Parri Spinelli”, ma anche (da qualche studioso distratto, forse un buontempone) Ugo Allegri, il quale altri non è che il fotografo autore dello scatto di una Madonna dell’Umiltà, catalogata presso la Fondazione Zeri (!). Prendendo spunto da un’intuizione del 1996 di Annamaria Bernacchioni, grazie a un’accurata ricerca archivistica e all’attenta rilettura di diverse opere, ad Alberto Lenza è stato possibile stabilire che il pittore tardogotico attivo a Firenze tra la fine del XIV secolo e i primi decenni del secolo successivo, fin’ora noto con lo pseudonimo di cui sopra, si chiamava in realtà Scolaio di Giovanni. Egli era stato collaboratore dello Starnina (e non un semplice imitatore) e alla sua formazione aveva probabilmente contribuito il più noto Agnolo Gaddi. Il bellissimo volume, prima monografia sul Maestro del Borgo di Collina, alias Scolaio di Giovanni, riproduce e commenta una cinquantina di opere a lui attribuite, per lo più dipinti devozionali e grandi pale d’altare.
Data recensione: 01/10/2012
Testata Giornalistica: Cose Antiche
Autore: Andrea Bardelli