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Questo volume raccoglie gli atti di un convegno di studi dedicato all’influenza

Questo volume raccoglie gli atti di un convegno di studi dedicato all’influenza esercitata dall’opera del ginevrino Sismonde de Sismondi sul dibattito culturale e politico italiano dal risorgimento al fascismo. Stiamo parlando di un uomo dalla vita avventurosa e girovaga, e che può vantare il non invidiabile primato di essere stato oggetto di due persecuzioni politiche di segno opposto: accusato di essere un filoaristocratico nella Ginevra giacobina e di essere un giacobino nella Toscana lorenese, proprio là dove aveva cercato rifugio dalla prima persecuzione. Ma stiamo anche parlando di un intellettuale poliedrico, grande studioso di economia, amico di Ricardo, capace di attirare l’attenzione critica di un Marx prima e di uno Schumpeter poi. Il volume ci conferma il carattere innovativo, per certi versi lungimirante, dell’analisi economico-politica di Sismondi, il quale aveva saputo aggiornare molte tesi di Adam Smith. Si sfata anche, però, la leggenda di un Sismondi "socialista utopico" creata dallo stesso Marx. Il ginevrino fu molto più di un semplice precursore, fu antesignano di un liberalismo socialmente orientato. Il volume ha poi il merito, specie con i saggi di Luca Mannori, Francesca Sofia e Antonio Chiavistelli, nonché le note introduttive di Paolo Prodi e Pierangelo Schiera, di aprire un nuovo filone di ricerca. Si tratta del Sismondi costituzionalista, finora sostanzialmente ignorato dalla storiografia, soprattutto se con tale espressione si intende colui che cercava di adeguare alle straordinarie novità politiche e antropologiche introdotte in Europa dalla Rivoluzione francese sia la società sia le istituzioni italiane, policentriche ma disunite, ricche di storia gloriosa ma poco avvezze al moderno. Sismondi fu il sismografo, non abbastanza ascoltato, di un’Italia in fatale transizione.
Data recensione: 01/01/2013
Testata Giornalistica: L’Indice dei libri del mese
Autore: Danilo Breschi