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Pochi artisti sono così famosi e facilmente riconoscibili come i della Robbia: le loro opere in terracotta invetriata a fondo azzurro su cui spiccano i bianchi, i gialli e i verdi sono pressoché inconfondibili.

Pochi artisti sono così famosi e facilmente riconoscibili come i della Robbia: le loro opere in terracotta invetriata a fondo azzurro su cui spiccano i bianchi, i gialli e i verdi sono pressoché inconfondibili. Parliamo di Luca (1399/1400-1482), capostipite e fondatore della bottega che aveva sede in via Guelfa a Firenze, inventore della tecnica della terracotta invetriata, e dei suoi eredi e successori: Andrea (1435-1525) suo nipote (figlio di un fratello) e i di lui figli, tra i quali il più celebre è Giovanni (1649- 1529/30), precocemente attivo nella bottega del prozio Luca. Il museo fiorentino del Bargello possiede una raccolta di ceramiche robbiane impressionante per numero e qualità, formatasi tra la fine del XVIII secolo e l’Unità d’Italia con opere provenienti in larga misura dai conventi soppressi, ma anche da una serie di più recenti donazioni. Si tratta di sculture a tutto tondo, pale d’altare, tabernacoli, formelle, vasi, nonché i notissimi tondi, altaroli e anconette databili tra Quattro e Cinquecento, dai pezzi unici alle piccole opere di devozione replicate in numerosi esemplari come d’uso in un’organizzatissima bottega com’era quella dei della Robbia. Vi sono anche opere di comprimari come Benedetto e Santi Buglioni, divulgatori con una propria bottega dello stile robbiano. L’interesse per la produzione dei della Robbia si accende già all’inizio dell’Ottocento, ma è nella seconda metà del secolo che si ravviva per due motivi: l’interesse per l’arte religiosa e per il misticismo sollevato dalle correnti romantiche, fino a forme di vero e proprio revival a fin secolo, e il fatto di poterne trarre ispirazione e stimoli per varie forme di arti e mestieri che a quel tempo si tentava di incentivare. Il museo del Bargello ha sempre costituito in questo senso un centro di aggregazione e di divulgazione. Nel secondo dopoguerra, le opere dei della Robbia subiscono una forma di oblio e solo con l’allestimento presso il Bargello del 1984 si assiste a una nobilitazione delle opere di bottega considerate minori. Di questa prodigiosa collezione il presente volume costituisce il catalogo ragionato. Alcuni brevi note introduttive fanno da preludio a un centinaio di schede dove le opere sono per la prima volta presentate in ordine cronologico e illustrate a colori. In proposito, possiamo riscontrare la ripetizione abbastanza superflua di vari ingrandimenti della stessa immagine, ma si tratta di voler trovare il pelo nell’uovo perché le foto sono stupende, frutto di una campagna fotografica realizzata per l’occasione. Si è anche approfittato per verificare tutti i dati (misure, numeri di inventario, ecc.). Il tema della Madonna con Bambino è quello più ricorrente, seppur interpretato in modi diversi attraverso la ricerca di forme sempre nuove. Si tenga presente che in alcune opere i della Robbia traggono spunto dalle sculture marmoree di artisti come Benedetto da Maiano, Antonio Rossellino o Desiderio da Settignano, così come dalle opere dei pittori contemporanei. A esempio, il soggetto dell’Adorazione, più volte rappresentato, si diffonde a Firenze a seguito della tavola eseguita da Filippo Lippi per la cappella di palazzo Medici (ora alla Gemäldegalerie di Berlino). All’interno delle schede vengono sollevate alcune importanti questioni come quella dei prototipi e dei multipli, ossia dell’esistenza di pezzi unici, di copie, di varianti. Per alcune opere, infatti, sono note varie versioni riconducibili a uno stesso stampo. Molte anche le notizie, quasi delle curiosità, che ci consentono una particolare lettura di alcune opere. A esempio, pare che i personaggi delle opere di Luca abbiano le iridi colorate in blu e quelli di Andrea in giallo. Ancora, secondo alcuni studiosi, le opere della bottega Buglioni si riconoscerebbero per l’uso di uno smalto più sottile e liquido rispetto a quello usato dai della Robbia. Impeccabile anche la breve appendice finale con biografie degli artisti, raccolta dei documenti e bibliografia. Spesso critichiamo le edizioni lussuose (come questa) quando si sarebbe potuto fare lo stesso “servizio” senza salassare i lettori, ma qui, oltre alla qualità, abbiamo un prezzo piuttosto contenuto che giustifica ampiamente la spesa.
Data recensione: 01/07/2012
Testata Giornalistica: Cose Belle Antiche & Moderne
Autore: Andrea Bardelli