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Si è appena conclusa una delle più belle mostre toscane dell’ultimo anno. Alla Sala delle Esposizioni dell’Accademia delle

Si è appena conclusa una delle più belle mostre toscane dell’ultimo anno. Alla Sala delle Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno, all’angolo di San Marco, Lorenzo Giandotti ci ha proposto "Extra Moenia", un viaggio pittorico intorno a ciò che resta delle mura e delle porte dopo le distruzioni di "Firenze capitale". Un atto d’amore artisticamente espresso che al di là dell’intenso valore intrinseco, si pone anche come testo documentale di rilevante importanza. Il richiamo, d’istinto, va ai Bellotto e al Canaletto che oltre ad averci dato una "scuola di vedutismo" inconfondibile ci hanno lasciato immagini di Venezia di cui non avremmo saputo. E in fondo, a Firenze, qualcosa del genere dobbiamo alla pittura di Fabio Borbottoni (1820-1902) che fece un’operazione analoga a quella che ha fatto oggi Giandotti, prima delle demolizioni, regalandoci un documento artistico di prim’ordine, imprescindibile per chi volesse capire e vedere la Firenze cantata da Leonardo Bruni nella sua "Laudatio Florentinae Urbis".
Vi sono quadri bellissimi, come "Porta Romana" (l’habitat dell’Artista), "Porta San Gallo", la "Via dei Bastioni", "Porta San Giorgio", "Porta San Niccolò", ma tutti sono pieni di fascino in un inviluppo cromatico sapiente che ci riporta alla bionda calda "pietraforte" che ne è la materia lapidea costitutiva.
Lorenzo Giandotti si pone dunque in continuità con le vedute più remote di Firenze – quelle del Biadaiolo, del Bigallo, del Codice Rustici, di Domenico di Michelino in Cattedrale –, come dire con gli archetipi di una iconografia nobile e ininterrotta; e lo fa con la discrezione della sua "cifra" pittorica, quella, appunto, dei suoi "silenzi assordanti" di cui abbiamo detto in altre occasioni. Il suo scavo pittorico, la sua descrizione artistica, la sua profonda passione, hanno prodotto un’opera assolutamente singolare che costituisce oggi un riferimento davvero importante per l’intera pittura toscana e oltre. La sua è una pittura lirica, una solitudo che è anche una lezione di stile. Auguriamoci che chi ha responsabilità pubbliche capisca la rilevanza di questo insieme di opere e possa conservarlo per la collettività.
Data recensione: 25/02/2012
Testata Giornalistica: Nuovo Corriere