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La politica è in crisi, si sa, ma fra gli indicatori del declino quasi mai si considera il venire meno di doti all’ apparenza secondarie, sebbene «umanamente» cruciali: impegno, passione, allegria e divertimento.

La politica è in crisi, si sa, ma fra gli indicatori del declino quasi mai si considera il venire meno di doti all’apparenza secondarie, sebbene «umanamente» cruciali: impegno, passione, allegria e divertimento. Ovvero l’«I.p.a.d», molto materiale e per niente virtuale, con cui si trastullavano i militanti del glorioso Pci (poi Pds e poi Ds). Partito dai grandi orizzonti, ma sempre tramati di relazioni fra persone in carne e ossa, che alla politica davano tutte se stesse, ingenuità e grandezze comprese. Gente nota e meno nota, esponenti di primo e ultimo piano, dai segretari di sezione agli eletti nelle istituzioni, che hanno fatto la Storia a partire, appunto, dalla passione, in Toscana rimasta (almeno in parte) in dote alla politica nonostante gli ultimi vent’anni. Ed è proprio dall’intento di non lasciar disperdere un patrimonio di microstorie connesse alle grandi vicende nazionali dell’ex partito di massa, che nasce “Il nostro primo Ipad. Quando la politica era impegno, Passione, allegria e...divertimento” (Polistampa) di Lorenzo Becattini, che doveva essere presentato oggi a Palazzo Vecchio con Matteo Renzi, l’ex sindaco Leonardo Domenici, e il segretario regionale Pd Andrea Manciulli. Un appuntamento rinviato per la morte della moglie del presidente della Provincia Barducci. Ex sindaco di Reggello, ex assessore all’economia del Comune di Firenze, ex segretario metropolitano dei Ds, ed ex Presidente di Fiorentinagas oggi presidente di Toscanaenergia, Becattini è abbastanza giovane da conoscere l’Ipad della Apple, e abbastanza “anziano” da aver vissuto “l’Ipad” di una volta. Le 39 esilaranti storielle ambientate nella Toscana rossa, ripescate dalle memorie condivise con amici e compagni e dedicate allo scomparso segretario metropolitano “Meme” Auzzi, grande cultore del genere, raccontano un mondo molto più di un saggio politologico, rendendo evidente quello che manca oggi alla politica per risultare, appunto, umana, cioè davvero politica. L’assessore all’Annona che non sa cosa sia l’Annona e il cacciatore consigliere comunale convinto che gli storni di bilancio siano uccelli, l’amica che consola la moglie del nuovo capo di “gabinetto” del sindaco per l’incarico poco lusinghiero, e l’assessore che a proposito di qualità delle mense scolastiche si impegna a assicurare la «mangiabilità dei bambini», l’attivista frequentatore di night smascherato dai compagni davanti alla moglie e l’assessore (Amos Cecchi, ex presidente di Publiacqua) in vacanza nella casa di montagna del sindaco che sbaglia uscio e si fa la doccia in casa di un altro, non sono, infatti, solo episodi da “Amici miei”, ma tracce involontarie di un modo di fare politica, sanamente capace, come tutto ciò che si fa per passione, anche di divertimento. Riproposto da Becattini non certo a impossibile modello, ma come esempio di genuina adesione alla realtà che farebbe tanto bene alla triste e litigiosa politica di oggi.
Data recensione: 20/01/2012
Testata Giornalistica: La Repubblica
Autore: Maria Cristina Carratù