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La collezione in mostra fino a febbraio. Volumi, quadri, busti, ma anche un bicchiere infangato per ricordare l’alluvione del ’66. Arrivano i soldi, riapre l’emeroteca

La collezione in mostra fino a febbraio. Volumi, quadri, busti, ma anche un bicchiere infangato per ricordare l’alluvione del ’66. Arrivano i soldi, riapre l’emerotecaGuardarsi indietro è un’operazione che riserva sempre delle sorprese. Nel caso della mostra che si apre oggi (ore 12) alla Biblioteca Nazionale, il passato è una miniera di cassetti, piccole amnesie, curiosità, libri, quadri, che ci aiutano a capire il ruolo culturale che questa istituzione ha avuto mettendosi, da 150 anni, al servizio dell’Italia.C’è la Biblioteca come è stata, in una grande coralità di voci e di tempi, dall’Unità alla guerra, dalla guerra all’alluvione e via via lungo tutto il Novecento e poi oltre, scavalcando il secolo per arrivare nel nuovo millennio. C’è però, nelle parole della direttrice Maria Letizia Sebastiani, uno sguardo al futuro, alla Nazionale che sarà: “Riapriremo l’emeroteca di Forte Belvedere al pubblico, il ministero ci ha mandato i 300mila euro che servivano al progetto - annuncia - Realizzeremo un centro di consultazione per il fumetto dal momento che abbiamo una ricca collezione dagli anni Trenta in poi che vogliamo catalogare”. E poi la digitalizzazione che prosegue, il trasferimento del laboratorio di restauro nella sede di piazza Cavalleggeri e la realizzazione nei locali rimasti vuoti di Sant’Ambrogio di un centro di ricerche sulle attività teatrali e musicali. Novità anche nel presente: la Biblioteca diventa in parte un museo permanente e apre un nuovo accesso per il pubblico, quello di un tempo, in via Magliabechi. Sarà una porta per arrivare soltanto alle mostre, alla collezione artistica e alla sala fresca di lavori, della tribuna Galileiana, non al prestito librario o agli altri servizi della Nazionale.Il museo raccoglie pezzi inventariati da Micaela Sambucco e nasce grazie alla consulenza di Carlo Sisi che firma anche un saggio nell’accurato e ampio catalogo curato da Silvia Alessandri, Alberto Martini e Gianna Megli. Il catalogo è composto da numerosi articoli e fotografie ed è stato realizzato con l’aiuto di tutti i 186 dipendenti: è una guida utile ad approfondire quello che si vede lungo la mostra (e anche quello che non si vede ma che fa parte della storia di questa istituzione). Gli oggetti entrati in questa collezione permanente erano prima disseminati in diverse stanze e impossibili da vedere per il pubblico.“1861-2011: l’Italia unita e la sua biblioteca” è un lungo racconto che andrà avanti fino al 28 febbraio, un viaggio nelle meraviglie e nelle curiosità custodite di questo gigantesco monumento del sapere scritto. Libri, quadri, busti, come è cambiata la scrivania di un bibliotecario dalla fine dell’Ottocento a oggi, attrezzata di schermi piatti e collegamenti in rete, come sono cambiate le schede un tempo scritte a mano, una per una e adesso ingiallite negli schedari. Un bicchiere macchiato di fango per ricordare l’alluvione del 1966 e quel fango rimasto ancora su 18mila libri in attesa di restauro. Un vecchio ventilatore Marelli, un paio d’occhiali, i cassoni serviti a proteggere i libri negli anni terribili della guerra.Oggetti che raccontano la vita quotidiana e la storia, si entra nella biblioteca e nel lavoro delle persone che in una staffetta lunga 150 anni qui si sono succedute. Ma naturalmente si entra anche nei tesori culturali. In mostra, spiega la vice direttrice Silvia Alessandri, c’è il libro più grande mai esposto (un manoscritto cinquecentesco di migliaia di pagine), il libro più piccolo (una dedica che Galileo invia a Cristina di Lorena), un’immagine di Dante costruita con le parole di un canto dell’Inferno. E poi ancora giornali, fumetti, manifesti pubblicitari e degli inediti libri d’artista (il libro seme, l’alfabeto bianco, le poesie potenziali di Ennio Poucherd, la piramide colorata dedicata a Pablo Neruda). Una storia che comincia dal Regio Decreto del 22 dicembre 1861, a firma di Francesco De Sanctis, che costituisce la Biblioteca Nazionale del neonato Regno d’Italia, attraverso l’unione della Biblioteca Magliabechiana con la Biblioteca Palatina. È il certificato di battesimo, l’inizio della storia senza fine della Nazionale.La mostra resta aperta dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. Sabato dalle 10 alle 13. Chiusa la domenica e i festivi. L’ingresso è libero. 
Data recensione: 22/12/2011
Testata Giornalistica: La Repubblica
Autore: Laura Montanari