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«Alle sei la rivoluzione andò a desinare». In maniera così lapidaria un cronista del tempo commentò la spontanea e pacifica sollevazione popolare di Firenze. Era il 27 aprile 1859

«Alle sei la rivoluzione andò a desinare». In maniera così lapidaria un cronista del tempo commentò la spontanea e pacifica sollevazione popolare di Firenze. Era il 27 aprile 1859. E Leopoldo II realizzò che il Granducato di Toscana era ormai giunto al ‘capolinea’. Fatti armi e bagagli, imboccata Porta San Gallo, se ne andò da Firenze con tutta la famiglia «per non farvi mai più ritorno». E i fiorentini salutarono ironicamente. Ma, cosa più importante, nessuno si fece male, anche se corse voce che il Granduca volesse far sparare qualche cannonata dal Forte Belvedere. Insomma, una rivoluzione che non fu una rivoluzione… Era il primo passo del percorso che portò Firenze e la Toscana verso l’indipendenza e l’Unità. La svolta che segnò il passaggio dei toscani da sudditi lorenesi a cittadini d’Italia. Un capitolo decisivo che viene ora ripercorso dalla mostra Cittadini d’Italia. Primi passi della Toscana nello Stato unitario (catalogo delle Edizioni Polistampa), inaugurata ieri pomeriggio all’Archivio di Stato di piazza Beccaria, alla presenza di Cristina Scaletti, assessore alla cultura della Regione Toscana, Rosa Maria Di Giorgi, assessore all’educazione del Comune di Firenze, Luciano Scala, direttore generale per gli Archivi del Mibac e Antonio Gherdovich, direttore generale dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Una mostra curata da Francesca Klein, Piero Marchi e Carla Zarrilli, il cui taglio del nastro è stato preceduto dai saluti della direttrice dell’Archivio di Stato, Carla Zarrilli, e dalla conferenza introduttiva del professor Adriano Prosperi della Scuola Normale Superiore di Pisa. «Un percorso – hanno sottolineato i tre curatori – grazie al quale l’Archivio di Stato intende avvicinare la città, e in primo luogo i giovani, ai documenti qui conservati. Un allestimento ‘familiare’ sul Risorgimento che si avvale di circa 200 tra documenti, pubblici e privati, lettere, fotografie, volumi, sugli uomini e le donne che, anche da opposte sponde, scrissero una pagina cruciale». Sì, perché la mostra raccoglie documenti relativi a quanti rimasero fedeli alla dinastia lorenese e furono costantemente tenuti d’occhio dalla nuova autorità. E fra le numerose curiosità un campione di francobolli e timbri postali, monete, medaglie e menu che illustra la circolazione di immagini e di nuovi sapori attraverso l’Italia unita. Cittadini d’Italia resterà aperta fino al 20 dicembre e sarà visitabile da lunedì a venerdì con orario 9-13 e 14-18, sabato 9-13 (domenica e festivi chiuso). Ingresso libero.
Data recensione: 02/10/2011
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Maurizio Sessa