chiudi

Della serie «meraviglie da riscoprire», il Museo Stibbert meriterebbe un posto di maggior rilievo nel pur ampio contesto della cultura fiorentina. Ogni volta che si sale la collina di Montughi e si penetra in quelle stanze così

Della serie "meraviglie da riscoprire", il Museo Stibbert meriterebbe un posto di maggior rilievo nel pur ampio contesto della cultura fiorentina. Ogni volta che si sale la collina di Montughi e si penetra in quelle stanze così dense di cultura e di fascino (se vogliamo un po’ misterioso), dispiace notare quanti pochi visitatori ne godano, ogni giorno. Lo Stibbert per troppi fiorentini è solo un ricordo dell’infanzia, quando più o meno tutti hanno potuto entrarvi grazie alle visite scolastiche. Ricordi indelebili, tra l’altro, quelle armature spesso così maestose ed inquietanti. Una nuova possibilità per tornare a visitare lo Stibbert e l’adiacente splendido giardino monumentale, è offerto da una mostra, che sarà inaugurata domani per restare aperta fino al 15 aprile 2012. Si intitola «Il Risorgimento della maiolica italiana: Ginori e Cantagalli» e mette a confronto i prodotti di due manifatture artistiche fiorentine – concorrenti, anche fieramente, tra loro – che hanno fatto la storia del settore. Il periodo in questione va, in particolare, dalla seconda metà dell’Ottocento ai primi anni del Novecento. Più costosa la produzione Ginori, di altissimo spessore ma realizzata in tempi più rapidi l’altra, con punte comunque di assoluto livello come il variopinto soffitto della Loggia detta appunto «Cantagalli». La mostra è stata presentata ieri nella Sala da Ballo del Museo Stibbert (che meriterebbe di per se stessa una visita tanto è suggestiva) da Kirsten Aschengreen Piacenti, direttrice dello Stibbert, Antonio Gherdovich, direttore generale dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze (sponsor principale) e dalle curatrici Oliva Rucellai (che è anche direttrice del Museo di Doccia) e Livia Frescobaldi Malenchini. Oltre cento capolavori (vasi, anfore, piatti, formelle, oggetti da giardino) che, in taluni casi, vengono esposti per la prima volta ed hanno varia e prestigiosa provenienza internazionale: l’Ashmolean Museum di Oxford, il Victoria & Albert Museum e la Fondazione William De Morgan di Londra, il Musée National de la Céramique di Sevres, il Museo del Bargello, alcune raccolte private inglesi e il Museo di Doccia. Ben 43 appartengono invece alla sterminata collezione Cantagalli del Museo Stibbert, per lo più inaccessibile. Sono tutti pezzi acquistati di persona da Frederick Stibbert (1838-1906), magnate inglese fiorentino di nascita. La mostra è ovviamente dedicata agli appassionati di un genere apprezzato moltissimo in tutta Europa, come dimostra anche la partecipazione finanziaria della prestigiosa fondazione svizzera Ceramica Stiftung alla pubblicazione del prezioso catalogo italiano-inglese (editore Polistampa). Inedita anche una serie di disegni, tra i più significativi della documentazione emersa con la recente catalogazione del Fondo Cantagalli, conservato a Faenza dal Museo Internazionale delle Ceramiche, realizzata dall’Associazione Amici di Doccia. Quanto al Museo Stibbert, oltre al succulento «menù» consueto c’è la novità della riapertura al pubblico della Sala della Piatteria Antica e delle sale del primo piano, dove il collezionista abitò con la madre Giulia. Si conclude così un decennio di restauri, realizzati con il sostegno dell’Ente Cassa, che hanno tra l’altro consentito di ricreare l’allestimento che Stibbert aveva scelto per la villa, ma rivoluzionato dopo la sua morte. Il Museo Stibbert si trova in via F. Stibbert 26, Firenze. Orario:lunedì, martedì, mercoledì dalle 10 alle 18. Giovedì chiuso. Il bus Ataf che porta più vicino è il 14.
Data recensione: 29/09/2011
Testata Giornalistica: Giornale della Toscana
Autore: Antonio Patruno