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Signori di Maremma – Elites etrusche tra Populonia e Vulci è il titolo di una mostra che nel 2009 si è tenuta

Signori di Maremma – Elites etrusche tra Populonia e Vulci è il titolo di una mostra che nel 2009 si è tenuta al Museo Civico Archeologico di Grosseto e l’anno successivo al Museo Archeologico di Firenze e il cui catalogo, in un’edizione di gran pregio e finemente curata, è stato edito dalle Edizioni Polistampa di Firenze nell’ottobre del 2010. Il catalogo presenta con grande intelligenza e cura una rassegna dei più importanti manufatti provenienti dai maggiori centri dell’antica Etruria Tirrenica nel periodo del suo maggior splendore. La mostra, come spiegato nella prefazione dal Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, Giuseppina Carlotta Cianferoni, anche curatrice del catalogo insieme a Mariagrazia Celuzza, ha scelto di privilegiare il periodo storico cosiddetto orientalizzante, che va dalla metà dell’VIII a metà del VII secolo a.C. Questo lasso di tempo si identifica con l’ascesa e il dominio delle gentes etrusche insediatesi nei centri della Maremma, che concentrano nelle mani dei principes grandissime ricchezze provenienti da tutto il Mediterraneo.
La scelta di focalizzarsi su questo periodo è ben motivata dall’altissima raffinatezza che l’arte etrusca ragguiunge in questo particolare momento storico, in cui infatti il rapporto tra il mondo orientale e quello etrusco crea un’arte in cui le influenze cessano di essere modelli da imitare, archetipi immutati e perfetti da riprodurre e verso cui tendere, e diventano entità vive, da comprendere e assimilare, e riescono a permeare la propria cultura nel profondo per dare linfa nuova, per essere interiorizzate e ricontestualizzate e rinascere come forme nuove, in cui il legame con la loro provenienza si mescola armoniosamente con l’arte italica che riplasma e forma così i canoni della cultura etrusca, della loro storia, della nostra storia e delle nostre radici.
Lo splendore delle preziose oreficerie, la spettacolarità dei corredi funerari, delle armature finemente cesellate, del vasellame, unito alla vastissima mole di reperti esposti, conferiscono all’allestimento un tono di indubbia spettacolarità e potenza visiva, capace di attrarre anche l’osservatore occasionale; il percorso dell’allestimento, poi, è studiato in modo da essere il più fluido possibile dal punto di vista visivo, senza ovviamente perdere il rigore formale e i riferimenti scientifici e storici che una mostra archeologica richiede.
Il catalogo della mostra rispecchia perfettamente le linee guida e le scelte stilistiche che hanno reso unico questo allestimento; la veste grafica di grande freschezza riesce a presentare in maniera quasi spontanea tutte le opere esposte e la fotografia di grande impatto valorizza sia gli imponenti complessi monumentali che i minuti e delicati ornamenti personali.
Dopo gli articoli introduttivi che presentano il metodo che ha presieduto all’allestimento, il catalogo si articola in una serie di sezioni che guidano nelle varie fasi della civiltà etrusca attraverso i reparti monumentali più significativi della Maremma, seguendo una scelta tematica legata a dei territori esemplari, dalle grandi dimensioni urbane quali Populonia, Vetulonia e Vulci, a quelle a dimensione rurale.
Infine “una menzione speciale” – afferma Fulvia Lo Schiavo, Soprintendente per i Beni Archeologici della Toscana – “merita l’editore Mauro Pagliai, invaghito del Museo Archeologico Nazionale di Firenze e dei suoi tesori al punto di dimenticarsi argomenti più terreni e pragmatici, propri della sua professione. È bello constatare quanto la linfa vitale della cultura e delle buone opere scorra e scorra potente anche in tempi oscuri come quelli che stiamo vivendo”.
Data recensione: 01/01/2011
Testata Giornalistica: Il Filo Rosso
Autore: ––