chiudi

L’anima? Una poesia invisibile, avvolta in una fodera di seta. Sembra un aforisma, ma è uno dei tanti, preziosi, segreti delle borse di Maria Salvatici, più che una stilista, un’artista specializzata in gioielli

Le mani d’oro di Maria Salvatici
L’anima? Una poesia invisibile, avvolta in una fodera di seta. Sembra un aforisma, ma è uno dei tanti, preziosi, segreti delle borse di Maria Salvatici, più che una stilista, un’artista specializzata in gioielli da portare a tracolla o a braccio. Ciascuna delle sue creazioni, tutte firmate, numerate e già protagoniste di numerose mostre, contiene una poesia, nascosta e cucita all’interno della fodera, dove nessuno, neppure la proprietaria, può svelarla. Se le borse avessero un’anima, sarebbe fatta così. Una preziosità simbolica che va ad aggiungersi alla ricercatezza delle lavorazioni e dei materiali: fili d’oro e broche in argento, cerniere originali del Settecento, pietre preziose e paillette in metallo, cannette di vetro e ricercati ricami. Nulla è lasciato al caso. I modelli, creati nel laboratorio di Sesto Fiorentino (Firenze), nascono dallo studio di stampe e disegni del Sette e Ottocento, oppure da antiche foto. Grazie anche alla collaborazione di artigiani, ricamatrici e aziende di tessuti, Maria Salvatici cerca di ricreare con esattezza colori e forme, materiali ed effetti cromatici.
Il percorso di Maria Salvatici parte negli anni Novanta, quando inizia a creare capi d’abbigliamento infantile del Settecento per preziose bambole. E’ subito un successo, che la porta a lavorare nel mercato di nicchia dei collezionisti. Poi, la decisione di compiere una crescita anche simbolica dai bimbi agli adulti, dagli abiti in miniatura alle borse. Ed è stato un nuovo exploit, consacrato da docenze, sfilate e mostre.
L’ultima è visibile (fino a settembre) al Museo della Paglia e dell’Intreccio di Signa (Firenze), affiancata da una pubblicazione, “Borse e Sogni, l’arte di Maria Salvatici” a cura di Massimiliano Guasti, Roberto Lunardi e Maria Emirena Tozzi Bellini (Polistampa). Il trait d’union con il mondo dell’intreccio è la base in midollino di una particolarissima borsetta a lanterna, “Profumi d’antico”, ispirata a una stampa del Settecento e realizzata in pizzo di cotone écru lavorato all’uncinetto e ricamato. In mostra, ci sono poi alcuni dei capolavori della Salvatici, a partire da “Farfalla”, una borsetta in cotone verde lavorata all’uncinetto e decorata con un ramo fiorito di pesco ispirato ai Surimono del XVIII secolo, a micro punti, con i fiori impreziositi da fili d’oro e pistilli fatti uno a uno. E ancora il modello “Giovanni” (dedicato a Papa Giovanni Paolo II) con un ricamo in filati di seta colorati a mano, per rendere 35 diverse sfumature.
Ma quanto può costare una borsa del genere? In media fra i 5 e i 10mila euro, con qualche esemplare più economico. «Non si paga il brand, ma le materie prime e il lavoro, come una volta» dice Maria Salvatici.
Data recensione: 21/07/2011
Testata Giornalistica: QN - Il Resto del Carlino - La Nazione - Il Giorno
Autore: Lisa Ciardi