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Il titolo è molto esplicito e dice già tutto: “Il fascino del Seicento fra le due guerre da Velasquez a Annigoni”. Ma la sintesi è efficace: “Il 900 sedotto”. Ovvero la ritrovata esplosività del Seicento. Che partì in tempi non sospetti proprio da queste

Il titolo è molto esplicito e dice già tutto: “Il fascino del Seicento fra le due guerre da Velasquez a Annigoni”. Ma la sintesi è efficace: “Il 900 sedotto”. Ovvero la ritrovata esplosività del Seicento. Che partì in tempi non sospetti proprio da queste parti con la imponente esposizione allestita nel 1922 a Palazzo Pitti che dette l’avvio alla riscoperta del Caravaggio e della pittura a lui coeva. Un ’600 sorprendente e crepitante di chiaroscuri.
Ci accompagna in questa affascinate avventura la mostra allestita a Villa Bardini (Costa San Giorgio 2), dove ha sede il Museo Annigoni, che è anche un modo per festeggiare il primo centenario del “Pittore delle regine”.
Esposte sotto il coordinamento scientifico di Carlo Sisi una cinquantina di opere che servono a illustrare e modulare questa sorta di legame secolare, questo passaggio di testimone che traghetta da una sponda all’altra dell’Arno antico e moderno, in un dialogo serrato ma non vano, affascinante e perentorio, robusto ma non donchisciottesco. Una “passione e una mania seicentesca” accertata da critici, studiosi, collezionisti (il Longhi, il Marangoni, l’Ojetti) e che qui trova modo di riportare il visitatore a quel clima e a quelle suggestioni e che rimbalza fra confronti e accostamenti.
I nudi di Primo Conti e Felice Carena accanto a quelli di Artemisia Gentileschi, la “Venere dormiente” di Carlo Socrate riflessa in quella di Giovanni Baglione, le nature morte di Giorgio De Chirico e Pietro Marussig che rimandano a Giuseppe Recco, con Antonio Bueno e Gregorio Sciltian che guardano al restaurato “Acquaiolo” del Velasquez fino al “Cinciarda” di Annigoni che si avvicina al San Bartolomeo di Ribera. E poi fra gli altri pezzi di Baccio Maria Bacci, Armando Spadini, Cipriano Efisi Oppo, Achille Funi. Accompagna la mostra il catalogo edito da Polistampa.
Data recensione: 06/01/2011
Testata Giornalistica: Il Tirreno
Autore: Gabriele Rizza