chiudi

Colorati stendardi svettano in città presentando una mostra che ha luogo nel museo fiorentino di antropologia , che durerà per quasi tutto gennaio e che è dedicata ad un personaggio, senza dubbio importante, ma che crediamo, pochi fiorentini conoscano

Colorati stendardi svettano in città presentando una mostra che ha luogo nel museo fiorentino di antropologia , che durerà per quasi tutto gennaio e che è dedicata ad un personaggio, senza dubbio importante, ma che crediamo, pochi fiorentini conoscano: Paolo Mantegazza. Il nostro, di cui si celebra il primo centenario della morte fu uno scienziato nativo di Monza che nella Firenze capitale e anche dopo svolse un’attività importante quanto intensa. Mantegazza fu un personaggio di forte richiamo: inquieto e impulsivo, bello ed elegante, di eccellente eloquio, fu un rappresentante insigne della cultura scientifica e poi della politica del suo tempo. Professore di patologia all’Università di Pavia si trasferì con la capitale a Firenze nel 1865. Nella nostra città ricoprì dopo averla creata, la prima cattedra italiana di antropologia che nacque annessa alla facoltà di lettere e più tardi fu trasferita a quella di scienze naturali. Va tenuto conto che il clima dell’epoca era quello delle nuove teorie evoluzionistiche di Darwin e se Michele Lessona ne fu il protagonista a Torino, Paolo Mantegazza fece altrettanto a Firenze (dove pure quelle teorie avevano fieri avversari in un Tommaseo e in un Lambruschini). L’insonne Mantegazza nel 1869 fondò a Firenze il primo Museo Italiano di Antropologia ed Etnologia. Cattedra e museo avevano sede in via Ricasoli, più tardi in via Gino Capponi e dal 1924 in quella che è ancora la sede attuale cioè in via del Proconsolo 12. Tutt’ora pubblicata Mantegazza da buon positivista desideroso di divulgare quel credo, fondò anche la «Rivista di Antropologia ed Etnologia». Grazie a tutto questo Firenze divenne, dopo Torino una delle maggiori capitali italiane del darwinismo. Ma il buon Mantegazza, di cui oggi si celebra il primo centenario - ancorché crediamo poco partecipato dalla pubblica opinione - fu un conferenziere allora applauditissimo e un gran protagonista dei salotti fiorentini . D’altronde, da scienziato, egli si interessò di molte discipline. Fu un pioniere nel campo dell’igiene, un difensore della vecchiaia al cui proposito scrisse un curioso manuale. Fra i suoi libri che ebbero più seguito , e qualcuno ancora li rilegge, vanno citati ‘Fisiologia dell’amore’ e ‘Fisiologia del matrimonio’.
Data recensione: 30/12/2010
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Pier Francesco Listri