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Il titolo dice già tutto: “Il fascino del Seicento fra due guerre da Velasquez a Annigoni”. Ma la sintesi è efficace: “Il 900 sedotto”. Ovvero la ritrovata esplosività del Seicento.

Il titolo dice già tutto: “Il fascino del Seicento fra due guerre da Velasquez a Annigoni”. Ma la sintesi è efficace: “Il 900 sedotto”. Ovvero la ritrovata esplosività del Seicento. Che partì in tempi non sospetti proprio da queste parti. Un 600 crepitante di chiaroscuri. Altro che secolo buio. Ci accompagna in questa affascinante avventura la mostra allestita Villa Bardini, dove ha sede il museo Annigoni, che è anche un modo per festeggiare il primo centenario del “Pittore delle regine” e per scoprire una delle più sensazionali panoramiche della città. Esposte dunque una cinquantina di opere egregie  che servono a illustrare e modulare questa liaison secolare,  questo passaggio di testimone che traghetta da una sponda all’altra dell’Arno antico e moderno, in un dialogo serrato ma non vano, affascinante e perentorio, robusto man on donchisciottesco. Una “passione seicentesca” accertata da critici, studiosi,collezionisti (il Longhi, il Marangoni, l’Ojetti) e che qui rimbalza suggestiva fra confronti e accostamenti. I nudi di Primo Conti e Felice Carena accanto a quelli diArtemisia Gentileschi, la Venere di Carlo Socrate riflessa in quella di Giovanni Baglione, le nature morte di De Chirico e Marussig che rimandano a Giuseppe Recco (gran neocaravaggesco figlio d’arte), con Antonio Bueno e Gregorio Sciltian che guardano al restaurato Acquaiolo di Velasquez fino al Cinciarda di Annigoni che si avvicina al San Bartolomeo di Ribera. E poi fra gli altri pezzi di Baccio Maria Bacci,Armando Spadini, Cipriano Efisi Oppo, Achille Funi. Catalogo Polistampa.
Data recensione: 04/01/2011
Testata Giornalistica: Il Manifesto
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