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Potrebbe essere una delle solite stucchevoli geremiadi sul bel tempo passato e invece è un serissimo confronto che induce a conclusioni odierne, nel privato e nel collettivo, degne di

Potrebbe essere una delle solite stucchevoli geremiadi sul bel tempo passato e invece è un serissimo confronto che induce a conclusioni odierne, nel privato e nel collettivo, degne di civica apprensione. A suscitare questo confronto fra ieri e oggi è un piccolo e chiassosamente divertente libro (assai belle le tavole di Stefano Frosini) dal titolo Si giocava a schioccapalle, rivisitazione di un precedente volume, che propone una raccolta di giochi e passatempi di ieri narrati da Vittoriano Innocenti e trascritti da Tiziana Vivarelli.

All’ingrosso questo libro suscita tre motivi su cui riflettere: il primo è della inabitabilità odierna delle strade e delle piazze; il secondo è della povertà (che non è affatto miseria) degli antichi mezzi per giocare. Terzo motivo è l’abissale distanza che separa il realismo concreto dei giochi di ieri dalla virtualità ludica di oggi.
Data recensione: 27/01/2006
Testata Giornalistica: Metropoli
Autore: Pier Francesco Listri