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Vista proprio così non si direbbe ma Properzia de’ Rossi, scultrice del ’500, era bellissima ed era

Vista proprio così non si direbbe ma Properzia de’ Rossi, scultrice del ’500, era bellissima ed era “di capriccioso e destrissimo ingegno”; ed è proprio questa definizione chefa da sottotitolo alla mostra appena inaugurata alle Reali Poste degli Uffizi, tradizionale appuntamento con I Mai visti degli Amici degli Uffizi. Anche se in questo caso sarebbe meglio parlare di Le mai viste, dal momento che il tema di questa 10° edizione è quello degli autoritratti femminili. Con “Autoritratte. Artiste di capriccioso e destrissimo ingegno – ha detto la presidente dell’associazione Maria Vittoria Rimbotti  -  si rinnova anche quest’anno la strenna che gli Amici degli Uffizi offrono alla città”. Siamo di fronte a una bella campionatura in rosa degli autoritratti della storica e cospicua collezione degli  Uffizi che vanta circa 1700 opere, di cui solo un centinaio di artiste. Pochissime quelle del ’500 o del ’600, via via più numerose con il passare dei secoli e con il progredire dell’emancipazione. Perché non era facile diventare una donna artista; certo occorreva determinazione ed entusiasmo alla potenza per ovviare ai veti accademici e alle limitazioni imposte dalla società. Molte di loro hanno frequetato gli Uffizi come copiste di galleria, altre hanno lasciato i loro autoritratti come souvenir del soggiorno fiorentino.
Severe, serene, comprese nel loro ruolo, dotate di talento e abilità diverse, autodidatte o debitrici all’arte di illustri genitori, come nel caso di Marietta “La Tintoretta”; comunque donne forti come la Schwartze Van Duyl, presente in mostra con un autoritratto del 1888 che, con il suo gran fiocco giallo, da sotto gli occhiali ci guarda come sorpresa in un’istantanea, con gli arnesi del mestiere ancora grondanti di colore. Ma ancora di più se si va a ritroso nel tempo: c’è la Kauffmann, esigente ed aggraziata ritrattista dei viaggiatori del Grand Tour, o la celebre Rosalba Carriera, vaporosa di tenui pastelli nel camice da lavoro. C’è la presenza un po’ legnosa di Louise Grace Bartolini, il cui salotto era frequentato anche dal Carducci, che si ritrae in nero e trine con tanto di cagnolina. Ammaliante la freschezza della Vigée Le Brun, del cui autoritratto dissero – per farle un complimento -  che pareva “uscito dal pennello di un uomo più che da quello di una femmina”. Restaurata per l’occasione e toltadal limbo dell’attribuzione ignota, anche Maria Hadfield Cosway, quasi un cameo nel suo gran turbante bianco, in questa galleria di artiste che comprende anche una sezione dedicata al contemporaneo. Fino al 30 gennaio, martedì-domenica 10-17, ingresso gratuito.
Data recensione: 17/12/2010
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Raffaella Marcucci