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Il contrasto tra il credente e l’ateo è veramente irriducibile? L’Autore ritiene di no, purché si parta dal fatto che l’esistenza e la conoscenza del mondo restano inseparabili.

Il contrasto tra il credente e l’ateo è veramente irriducibile? L’Autore ritiene di no, purché si parta dal fatto che l’esistenza e la conoscenza del mondo restano inseparabili. Il problema da risolvere allora è quello di «stabilire come si siano avute o si abbiano le condizioni grazie a cui ogni essere capace di pensare è potuto o potrà giungere a concepirsi esistente (e, in pari tempo, a conoscersi), come un corpo tra altri corpi, esigendo, tra l’altro, che questi siano esistenze autonome, permanenti, indipendenti da quel suo stesso concepire. Ebbene, si deve necessariamente ammettere che, a fondamento di tutto ciò, deve essere quell’essere eterno e creatore che chiamiamo Dio». Una delle vie di S. Tommaso in veste contemporanea?
Data recensione: 01/06/2010
Testata Giornalistica: Sapienza
Autore: ––