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In Toscana si legge alla Coop. Dal mese di agosto sono state allestite vetrine per la vendita di libri: sono coinvolte le piccole case editrici locali. Tra i prodotti tipici ogni Coop potrà

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l’editoria che si racconta


In Toscana si legge alla Coop. Dal mese di agosto sono state allestite vetrine per la vendita di libri: sono coinvolte le piccole case editrici locali. Tra i prodotti tipici ogni Coop potrà vantare anche la "cultura" locale: grazie ad Antonio Pagliai, responsabile marketing della Polistampa, promotore del progetto "Toscana da Leggere". I numeri dei primi due mesi sono interessanti: ad agosto sono stati venduti 1100 libri, a settembre 900

Quindici piccoli editori locali toscani decidono di promuoversi attraverso la Coop: Antoglio Pagliai, come è nata l’iniziativa "Toscana da leggere"?

È nata tre anni fa, quando mio padre fece una felice esperienza di distribuzione di libri Polistampa in numerosi negozi coop. Allora propose a Unicoop un piano di distribuzione di nostri titoli e di titoli altrui, molto simile a quello che oggi è stato realizzato. Dopo un lungo periodo di "fermentazione", l’idea, che in realtà era piaciuta subito, ha preso corpo nel maggio 2005, e in pochissime settimane siamo riusciti a realizzarla.

Quali sono i passaggi che un piccolo editore toscano compie per essere visibile sugli scaffali della Coop?

L’iniziativa "Toscana da leggere" è molto democratica: chiunque può accedervi. Il problema è che lo spazio in scaffale è per poche decine di titoli. Quindi, a meno che Unicoop non ci metta a disposizione più posto, siamo e saremo costretti a dire di no abbastanza spesso, visto poi che questo canale distributivo incontra la simpatia di moltissimi editori, soprattutto dei piccoli. Un editore si presenta telefonando o spedendo direttamente e informalmente i propri recapiti e qualche copertinario. Noi valutiamo e discutiamo volentieri della idoneità o meno di questi libri proposti rispetto a uno spazio che ha caratteristiche ben precise (settori, territorialità, fascia di prezzo, formato, alta disponibilità di copie...). I libri "possibili" sono proposti da me a Unicoop, a cui comunque spetta l’ultima parola. Infine Polistampa ordina i titoli all’editore ed effettua periodici rendiconti.

Quanto costa a un piccolo editore utilizzare questo canale di distribuzione?

Niente, assolutamente niente. Le spese di promozione sono tutte a carico di Unicoop e nostre. Le spese di distribuzione sono tutte a carico nostro. Il merchandising è tutto a carico di Polistampa. Non ci sono spese a carico degli editori né, quindi, alcun rischio. Le percentuali di sconto richieste però sono alte, ma allineate a quelle di tutti i distributori di libri presso supermercati.

Questo canale di vendita è stato concepito dagli editori per superare il problema, serio, della distribuzione, o è anche un’altra opportunità di vendita?

È concepito così, forse, dai piccolissimi editori privi di un qualsiasi sistema distributivo serio. Per un editore abbastanza conosciuto sul mercato è un’opportunità di vendita in più, insieme a tante altre, è un canale distributivo ulteriore ed un’opportunità di lancio di novità: quindi un canale pubblicitario più che commerciale.

Il canale Coop vi apre, comunque, una nuova strategia di vendita, quanto vi aspettate in termini di fatturato?

Parlo di copie più volentieri che di fatturato, visto che se parliamo di fatturato il bilancio è sempre triste quando si parla di libri. Un editore, tra quelli di questo gruppo, può sperare di vendere 40-80 pezzi al mese in più, cioè fino a 1000 libri all’anno in più. Ma ne potrà vendere anche solo 3 o 3000. Dipende dalla dura e allo stesso tempo incontestabile legge del mercato: ciò che piace al pubblico va bene, ciò che non piace male.

Lei crede che certe difficoltà della piccola editoria nascano per una bassa qualità del prodotto commercializzato, o per altri motivi?

La risposta precedente vale anche per questa domanda: un editore microscopico che avesse in mano un best-seller ha successo e si afferma, un grande gruppo editoriale con "cattivi" titoli in breve tempo chiuderà i propri battenti. Per cattivo intendo commercialmente mediocre. D’altra parte è evidente il vantaggio di chi è grande, ai piccoli serve oltre che la fortuna e la bravura nell’azzeccare i titoli, molta pazienza, visto che ci si fa il nome e le ossa, in questo mondo, molto lentamente.

I consumatori hanno reagito in maniera entusiastica, perché hanno molta fiducia verso le iniziative che Unicoop propone loro. Ritiene esportabile questo progetto? In particolare, la piccola editoria siciliana, secondo lei, può attivare questo canale di promozione?

Senza alcun dubbio. Unicoop Lazio credo intenda replicare questa esperienza che però, penso, nasce solo per volontà e iniziativa delle Unicoop più e prima che degli editori. E nasce solo con un editore-distributore come partner visto che la "scontistica" non permetterebbe a un normale distributore di imbarcarsi in un mare così procelloso e povero di pescagione come la distribuzione in super o ipermercati.
Data recensione: 11/01/2006
Testata Giornalistica: Letteralmente
Autore: Rosanna Deleo