Domani presentazione del libro “Echi nella valle”

Echi nella valle, il libro scritto da Giuseppe Brancale nel 1973 e riproposto dalle Edizioni Polistampa di Firenze, verrà presentato domani nella Cappella dei Celestini a Potenza, alle 18. La presentazione del libro, curato da Luca Nannipieri e da Michele Brancale, rientra tra le iniziative di promozione del libro lucano del Premio Letterario Basilicata, Circolo Culturale “Silvio Spaventa Filippi”, proponendo un autore del Novecento italiano poco conosciuto e poco valutato.
Giuseppe Brancale, nato a Sant’Arcangelo nel 1925 e morto a Firenze nel 1979, fu uno scrittore, un insegnante e un marinaio. Si trasferì a Firenze dove scrisse altri romanzi che coprono le vicende storiche di due secoli, l’Otto e il Novecento, con una puntata nell’età romana nel romanzo Echi nella valle. È stato paragonato per la sua tenuta stilistica e la sua visione ai più famosi conterranei Sciascia, Brancati, Vittorini, Alvaro, Gatto, Consolo, Pizzuto, Quasimodo e Bufalino.
Nel corso della presentazione saranno esposti alcuni dei disegni inediti che Carlo Levi realizzò per Giuseppe Brancale, a sottolineare l’esclusività di questo rapporto e l’affinità leviana di Brancale. Prenderanno parte, oltre al presidente del Circolo “S. Spaventa Filippi”, il Professor Santino Bonsera, il direttore del Centro Sudi Umanistici dell’Abbazia di San Savino, il poeta e co-curatore dell’opera Luca Nannipieri. Porterà i saluti della città il Primo cittadino di Potenza, Vito Santarsiero, e concluderà il Presidente della Giunta regionale della Basilica, Vito de Filippo. La lettura di alcuni passi del romanzo, a cura di Eva Bonitatibus, intervallerà gli interventi. Sarà, inoltre, presente Michele Brancale, co-curatore delle opere complete di Giuseppe Brancale.
La ristampa dell’opera ha incontrato anche il favore del Presidente della Giunta Regionale della Basilicata, Vito de Filippo, che nel tratteggiare la figura di Brancale ha messo in evidenza, nel contributo che apre la pubblicazione, come la Basilicata di oggi sia “davvero cambiata rispetto a quegli anni”, rivendicando il suo posto “nella stagione dei nuovi diritti del Mezzogiorno”.