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 «Fratellino carissimo...». Inizia così una lettera, dattiloscritta e firmata, che Federico Fellini il 20 agosto 1956 spedì a Pier Paolo Pasolini. Il grande regista stava ultimando le riprese de «Le Notti di Cabiria», mentre lo scrittore si trovava ad Antignano. «Ti giuro, Paolo – leggiamo – ho una gran brutta impressione di ciò che sto facendo (…) nello stato di depressione in cui mi trovo mi sono venuti dei dubbi sul finale».
La preziosa missiva è uno dei 400 pezzi, tra poesie e manoscritti, disegni, oggetti e pitture appartenuti a Pasolini che per la prima volta vengono esposti, da domani (inaugurazione alle 12) al 21 gennaio, all’Archivio contemporaneo Bonsanti del Gabinetto Vieusseux di Firenze. Fu Graziella Carcossi, l’erede della madre di Pasolini, a donare, nel 1988, l’archivio all’istituzione fiorentina, che ha organizzato la mostra per tre motivi: l’occasione sono stati i 35 anni dalla morte del poeta, la motivazione in più la conclusione della catalogazione ad opera di Antonella Giordano, curatrice della mostra con Franco Zabagli, mentre l’impulso finale è stato dato dall’inserimento dell’iniziativa all’interno di Florens 2010.
La mostra si divide in sezioni secondo un ordine cronologico: «Il Friuli, la zoventud» è dedicata ai manoscritti e alle poesie dal 1940 al ’50 scritte in dialetto friulano; «Roma» è sulla fase della poesia civile con scritti dal 1950 al ’60, tra cui la prima collaborazione cinematografica con Fellini in «La dolce vita». Poi il periodo cinematografico e le sceneggiature scritte dal 1960 al ’70. Infine la sezione «Il corpo nella lotta» racconta gli anni di Pasolini-giornalista e il proseguimento del percorso cinematografico fino al 1975.
Il presidente del Vieusseux, Enzo Cheli, e il direttore Gloria Manghetti hanno ricordato che il Gabinetto conta su circa 150 fondi, tutti di alto, alcuni di altissimo livello. E dato alcune notizie importanti: ad esempio, l’erede di Pratolini ha donato la Biblioteca privata dello scrittore; poi, il consiglio dell’istituzione ha deliberato l’acquisizione di materiale importante di Vallecchi; infine in arrivo, da Siena, l’Archivio di Federico Tozzi al quale ieri è stato dedicato un pomeriggio alla Chigiana, con Iaia Forte che ne ha letto alcuni brani.
Data recensione: 17/11/2010
Testata Giornalistica: Il Giornale della Toscana
Autore: Antonio Patruno