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Sono disegni, dipinti, manoscritti. Tutti firmati da Pier Paolo Pasolini. Uno che ha saputo incidere nella storia culturale e politica d’Italia con ogni mezzo artistico. Poeta, romanziere, regista che imbeveva i suoi film di tutto il millenario tutto il s

Una mostra all’Archivio Bonsanti di Firenze mentre monta il caso ‘Petrolio’
Sono disegni, dipinti, manoscritti. Tutti firmati da Pier Paolo Pasolini. Uno che ha saputo incidere nella storia culturale e politica d’Italia con ogni mezzo artistico. Poeta, romanziere, regista che imbeveva i suoi film di tutto il millenario tutto il sapere dell’arte. Ma anche polemista da prima pagina dei quotidiani. Uno capace di avere le sue opinioni, e di sostenerle, a prescindere da tutto. Da ogni convenienza, da ogni appartenenza a partiti o gruppi sociali. Pier Paolo Pasolini, intellettuale, omosessuale, genio moderno, è morto trentacinque anni fa, assassinato una notte fredda sul litorale di Ostia. Una mostra che si apre dopodomani a Firenze, presso l’archivio contemporaneo Bonsanti, presenta per la prima volta i preziosi materiali del Fondo Pasolini appartenenti al gabinetto Viesseux. Documenti che raccontano il Pasolini poeta, scrittore, critico, cineasta, comprendendo anche le sue incursioni nel disegno e nella pittura. Chissà se, fra i materiali in mostra, ci saranno anche delle chiavi per risolvere, una volta per tutte, il mistero di Petrolio. Già: Petrolio è il romanzo-inchiesta al quale Pasolini stava lavorando poco prima della morte. È uscito postumo nel 1992: e c’è chi sostiene che sia morto proprio per quello che stava scrivendo. Nelle pagine di Petrolio si allude alla lotta di potere che si stava svolgendo nel settore petrolchimico tra Eni e Montedison, tra Enrico Mattei e Eugenio Cefis. Pasolini ipotizzò che Cefis avesse avuto un ruolo nello stragismo italiano legato al petrolio e alle trame internazionali. A questo si aggiunge un altro giallo. Si parla di un intero capitolo incompiuto del romanzo. Qualche mese fa, il senatore Marcello Dell’Utri ha parlato di queste pagine inedite, sostenendo che qualcuno avrebbe cercato di vendergli questo capitolo. Un caso letterario, ma non solo. «È uno scritto inquietante per l’Eni, parla di Cefis, di Mattei e si lega alla storia del nostro Paese», ha detto Dell’Utri. Ora vedremo se questa mostra può aiutarci a chiarire il mistero.
Data recensione: 16/11/2010
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Giovanni Bogani