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L’avventurosa vita del forlimpopolese Emilio Rosetti (1839-1908) al centro di un libro e di uno spettacolo nella Capitale, grazie alla passione della giovane ricercatrice Giulia Torri. Suo, infatti, il volume ‘I viaggi e lememorie di Emilio Rosetti.

Un libro e uno spettacolo sulla vita e le opere dell’ingegnere nato nella città artusiana
L’avventurosa vita del forlimpopolese Emilio Rosetti (1839-1908) al centro di un libro e di uno spettacolo nella Capitale, grazie alla passione della giovane ricercatrice Giulia Torri. Suo, infatti, il volume ‘I viaggi e lememorie di Emilio Rosetti. Società, luoghi e tecniche del XIX secolo’. E saranno proprio i viaggi dell’ingegnere forlimpopolese a dare vita (domani a Roma, nel Cortile del Palazzo di Sant’Ivo alla Sapienza) ad un racconto in musica intitolato ‘I viaggi di Rosetti. Cuore e profumo di vita dell’Ottocento’, con la direzione artistica di Fabrizio Fiorini e la voce narrante dell’autrice. L’evento, che sarà preceduto da una degustazione gastronomica a cura di Casa Artusi, è patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dalla Regione Lazio, dalla Provincia e dal Comune e di Roma e ovviamente dall’Ambasciata Argentina in Italia. Scienziato, poliglotta, cosmopolita e grande viaggiatore, Rosetti occupa un posto di rilievo tra i personaggi dell’800. Pervaso da una curiosità intellettuale insaziabile, a 26 anni s’imbarca con un gruppo di altri ingegneri, agronomi, naturalisti, storici, alla volta dell’Argentina. Contattato dal professor Richelmy che lo vuole come allievo e dall’illustre medico-antropologo Paolo Mantegazza – incaricato dal governo argentino di reclutare i più promettenti ‘cervelli’ italiani – Rosetti si convince a partire. Il progetto è enorme: dopo la dittatura Rosas, il presidente Mitre si circonda di intellettuali e organizza una serrata caccia alle ‘eccellenze’ della cultura europea per gettare le basi della ricostruzione di una nazione moderna. Come l’eroe mitologico greco Ulisse, anche Rosetti è spinto da una irrefrenabile curiosità per tutto ciò che lo circonda. Nel Paese del tango e delle pampas, in poco tempo diventa uno degli studiosi più apprezzati, fondando la Facoltà di Ingegneria presso l’Università di Buenos Aires, la Società Scientifica Argentina (di cui fa parte anche Sir Charles Robert Darwin), è tra i creatori dell’Istituto Geografico Argentino e della Società Paleontologica Argentina ed è tra i primi soci della Società Geografica Italiana. Questo misconosciuto forlimpopolese redige il progetto per la Ferrovia Transandina che unisce il Cile all’Argentina, progetta ed edifica opere pubbliche e private in tutto lo stato. Per l’intera vita viaggia come spinto da una pila inesauribile, arrivando a percorrere 480 mila km, in nave (20 traversate oceaniche), treno, vetture e diligenze ed anche a dorso di un mulo, annotando e descrivendo tutto nei minimi particolari, da buon positivista, sui luoghi, le genti, l’economia, la flora, le abitudini. Visita tutta l’Italia, quasi tutta l’Europa, gran parte del continente Americano, del Nord Africa e del Medio Oriente. Nel 1885, nominato Console di Argentina, torna definitivamente in Italia e scrive ‘La Romagna. Geografia e storia’ (1894), considerata la prima opera nella quale i confini della Romagna sono ragionevolmente definiti. Muore il 30 gennaio 1908 a Milano per una broncopolmonite contratta andando a vedere i treni partire dalla stazione, e lì viene sepolto nel Sacrario di famiglia. L’elogio funebre è affidato al cognato Ernesto Teodoro Moneta, unico premio Nobel italiano per la Pace (1907). Una vita avventurosa, senz’altro degna di un romanzo... e di uno spettacolo come quello che si terrà domani nella Capitale.
Data recensione: 28/09/2010
Testata Giornalistica: Il Resto del Carlino
Autore: Giancarlo Aulizio