chiudi

Anni 30, 40, 50, il boom ancora da venire. E il mondo dei grandi ancora non avvezzo a studiare e rispettare i bisogni dell’infanzia, soprattutto in campagna

Legno, carta, gesso fantasia: così si divertivano i bambini di un tempo, inventando passatempi che neppure la Barbie e la Playstation sono riusciti a relegare nel baule dei ricordi.
Dall’aquilone allo schioccapalle, viaggio nei balocchi della tradizione toscana


… Anni 30, 40, 50, il boom ancora da venire. E il mondo dei grandi ancora non avvezzo a studiare e rispettare i bisogni dell’infanzia, soprattutto in campagna, soprattutto in provincia, soprattutto nelle famiglie meno agiate. Ma loro, i bambini, giocavano lo stesso. Con balocchi e svaghi d’epoca, con la fantasia, con l’ingegno, con la rabbia. Vecchi giochi tanto amati e non sempre dimenticati, spesso eroi di una miracolosa resistenza alla sleale concorrenza di barbie, gameboy, playstation e invadenti diavolerie di plastica che riempiono camerette e garage.
Ed è alla scoperta e riscoperta di questi giochi, esplorando soprattutto la Toscana, che ci portano Vittoriano Innocenti e Tiziana Vivarelli autori del bel libro Si giocava a schioccapalle (edito da Polistampa e dalla Provincia di Pistoia) dove si racconta questo paese dei balocchi di nonni, mamme e papà ma anche dei bambini di ora, che per esempio a nascondino giocano sempre volentieri.
Data recensione: 05/01/2006
Testata Giornalistica: Il Tirreno
Autore: Cristana Grasso