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Il feltro e i cambiamenti climatici dialogano insieme nella mostra-concorso The Climate is Changing - Il Clima sta cambiando al Museo del Tessuto di Prato.

Il feltro e i cambiamenti climatici dialogano insieme nella mostra-concorso The Climate is Changing - Il Clima sta cambiando al Museo del Tessuto di Prato. Un materiale completamente naturale come il feltro e una delle problematiche ambientali più scottanti del pianeta diventano, nelle mani di artisti provenienti da Europa, Nord America, Australia e Nuova Zelanda, cinquanta lavori che resteranno in mostra negli spazi di quel vero gioiello di architettura industriale che è il Museo del Tessuto. Fra i 180 lavori arrivati a Prato da ogni parte del mondo, una giuria internazionale composta dalla conservatrice del Museo del Tessuto, Daniela Degl’Innocenti, dalle artiste tessili Lydia Predominato, Beate Bossert, Annie Sherburne e dalla giornalista Beatrijs Sterk, ha individuato le cinquanta opere più significative per interpretare le questioni ambientali con la duttilità e l’uso artistico del feltro.Organizzata dalla International Feltmakers Association, la Filz NetzWerk e V. e il Coordinamento Tessitori, in collaborazione con la Fondazione del Museo del Tessuto e il Comune di Prato con il supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato e Cariprato, la mostra si snoda tra suggestive installazioni e piccole sculture tessili che seguono quattro parole chiave, quattro temi guida. Interrogativi, Denuncia, Fiducia e Soluzioni sono le tappe ideali cha accompagnano la visita attraverso le quattro aree tematiche dell’allestimento della mostra e rappresentano un percorso ideale dalla presa di coscienza rispetto la salvaguardia dell’ambiente e la fiducia in possibili soluzioni. “Le pulsioni creative che l’arte tessile contemporanea emana possono fornire interessanti stimoli all’innovazione e alla ricerca - ha dichiarato Andrea Cavicchi, Presidente della Fondazione Museo del Tessuto - allo stesso modo mettere a valore la cultura dell’artigianalità come quella che per secoli ha contraddistinto il distretto tessile di Prato”. Il feltro si incontra con lana, seta, plastica, ferro, legno, fili e metalli per creare opere che ci pongono Interrogativi come quelli di Anita Larkin che con “Parlami di cose ignote” presenta un copricapo, un elmetto che sembra un oggetto appartenente ad una stravagante civiltà post apocalittica. Per la sezione Denuncia nel lavoro di Anna Maria Atturo “Mani senza acqua” il feltro, in lana italiana fibra grezza di ginestra arricchito da ricamo e interventi realizzati in tecnica personale, propone una riflessione sul tema della desertificazione e sui bisogni fondamentali dell’uomo nelle zone aride. La duttilità del feltro risulta provocatoria e giocosa nel lavoro di Liz Clay che spinge sulla sostenibilità e la durevolezza di questo materiale come esempio di Fiducia nel futuro.Infine nell’ultima parte dell’esposizione si apre la sezione Soluzioni, dove sottili fili sorreggono “Medusa” i feltri di lana lavorati a mano di Annette Block. Tre meduse che si riferiscono al mito greco della Gorgonie: due sono Leggerezza e Fascino, la terza, Medusa, cela misteri accessibili solo a chi sa osservarla. L’osservatore analizza, verifica e cambia il proprio comportamento. “Il clima cambia!”, sta a noi iniziare a fare qualcosa. Il feltro si distende come una pelle scuoiata nel lavoro “Pelle del mondo”, la superficie terrestre di Cinzia Li Volsi che nel panno inserisce una rete di fibre, tessuto connettivo di un mondo globalizzato con isole di speranza. Accompagna l’esposizione il bel catalogo dell’Edizioni Polistampa per una mostra concorso che è il punto di forza dell’edizione 2010 di Feltrosa che riunisce addetti ed appassionati dell’arte del feltro, oltre a un ricco calendario di incontri, laboratori aperti ai più curiosi e visite guidate.
Data recensione: 19/05/2010
Testata Giornalistica: Arte e Arti
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