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Emilio Rosetti, ingegnere romagnolo che a Buenos Aires fonderà la Facoltà di Ingegneria ed otterrà altri importanti incarichi in Argentina ed in Italia, spinto dal suo carattere curioso ed eclettico, proprio dell’uomo dell’800, viaggerà per tutta la vita

Nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia intervistiamo la studiosa dell’ingegnere romagnolo che narrò ‘l’altrove’
Emilio Rosetti, ingegnere romagnolo che a Buenos Aires fonderà la Facoltà di Ingegneria ed otterrà altri importanti incarichi in Argentina ed in Italia, spinto dal suo carattere curioso ed eclettico, proprio dell’uomo dell’800, viaggerà per tutta la vita, percorrerà 480.000 chilometri per scoprire ed esplorare nuove culture e novi paesi, nell’epoca in cui stava nascendo il mondo moderno.
Di questo viaggio di vita lascerà concrete memorie, scritte con uno stile limpido, acuto e catturante. Giulia Torri, dottore in Conservazione dei Beni Culturali ed autrice di numerosi studi, “incontra” Rosetti e legge le sue memorie, ed è amore a prima vista. Da ciò nascerà “I viaggi e le memorie di Emilio Rosetti. Società, luoghi e tecniche del XIX secolo”, un incontro tra i racconti di un narratore dell’altrove, ed un eccellente lavoro di elaborazione, integrazione e commento dell’appassionata Giulia Torri. Un libro nuovo e per tutti, in grado di distogliere, stupire, istruire e divertire. Una passeggiata nel tempo, una valigia di informazioni per conoscere il mondo di allora ed un’opportunità per comprendere il mondo d’oggi.
Come  si è “imbattuta” in questo personaggio, e cosa l’ha spinta a lavorare a questo progetto?
Sono stata contattata dalla fondazione Italia-Argentina Emilio Rosetti, che è proprietaria dei manoscritti delle sue memorie, e, poiché conosceva il mio modo di lavorare, mi ha proposto di leggerle e di cercare un modo per pubblicarle, così da togliere questo personaggio affascinantissimo dal cono d’ombra in cui vive in Italia. Leggendo questi manoscritti mi sono innamorata di Rosetti e la cosa che più mi ha affascinata è stata scoprire in lui il classico esempio dell’uomo dell’800, scienziato positivista, amante del viaggio, cosmopolita, ed ho pensato che partendo dai suoi racconti, non avrei raccontato solo lui, ma tutto il periodo più bello dell’800, la nascita del mondo moderno. È diventato un libro scritto quasi a quattro mani, nel senso che per ogni pagina raccontata da Rosetti, utilizzando le note, ho cercato di riportare il mondo di allora in uno stile divulgativo e giornalistico. Inoltre, ho corredato il tutto con delle immagini, utilizzando la cartolina d’epoca, che nasce proprio in quegli anni e diventa poi il simbolo del viaggio, la visione oggettiva e standardizzata dei luoghi. Purtroppo la fondazione è stata creata da poco e quindi sta cercando adesso di portarlo a conoscenza. In Italia abbiamo tante personalità importanti ed è difficile che tutti emergano. Lo scopo della fondazione infatti è quello di ripagarlo di un torto e di portare avanti non solo la sua figura, ma anche tutto il mondo di allora, per far capire quanto sia stato fondamentale per il mondo d’oggi.
Poter vedere le centinaia di cartoline illustrate di Rosetti, quali emozioni le ha suscitato?
Sicuramente un’emozione fortissima, ho avuto modo di conoscere luoghi o tradizioni che purtroppo non esistono più. Ho riscoperto i luoghi italiani, e mi hanno suscitato tristezza e rabbia, perché purtroppo ti accorgi di come siano cambiati in peggio e ti chiedi: perché abbiamo permesso che ciò accadesse? Sono immagini che suscitano gioia e stupore perché divertenti e colorate, ma anche rammarico per la banalità nella quale spesso si scade, rispetto alla raffinatezza di ciò che allora era la modernità.Il suo viene definito un “sogno/intervista”. Se non fosse un sogno, quale domanda rimasta per lei in sospeso rivolgerebbe ora a Rosetti?
Rosetti lascia molte impressioni e racconti dei singoli luoghi, ma non tira le fila di tutto quello che ha visto ed ha vissuto, anche a causa di una morte repentina. Gli chiederei di dare un finale ad una vita così intensa, di guardarsi indietro e di dire l’impressione generale. E poi gli chiederei di partire insieme!

Marcel Proust diceva: “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel trovare nuove terre, ma nell’avere occhi nuovi.” Attraverso gli occhi di Rosetti cosa possiamo scoprire noi lettori?
Io chiamo Rosetti il “narratore dell’altrove”, perché credo ci sia un altrove nel tempo, nello spazio e che è al di là di noi. Ciò che racconta è il momento in cui si gettano le basi per la nascita del mondo moderno, della società contemporanea. Sono le basi della nostra Unità nazionale, che ora cerchiamo di celebrare a 150 anni di distanza. Attraverso la lettura dei suoi racconti, sarà possibile capire le nostre radici ed anche fare un viaggio di ricerca in noi stessi, sia leggendo ed immaginando il viaggio di Rosetti, sia confrontando il viaggio di allora con il nostro modo di viaggiare.
Data recensione: 02/07/2010
Testata Giornalistica: L’Unico
Autore: Alessandra Flamminio