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Una storia lunga un secolo, tutta intrecciata nella paglia. Festeggia cento anni di vita e di produzione il cappellificio Filippo Catarzi di Signa, una delle aziende più ricche di tradizione e più longeve della provincia di Firenze. Un’industria che oggi

Una storia lunga un secolo, tutta intrecciata nella paglia. Festeggia cento anni di vita e di produzione il cappellificio Filippo Catarzi di Signa, una delle aziende più ricche di tradizione e più longeve della provincia di Firenze. Un’industria che oggi garantisce lavoro a venti persone (almeno altrettante nell’indotto) e rifornisce grandi marchi della moda, come Furla, Conte of Florence, Cavalli, Max Mara, Zara o Benetton. Senza aver mai dimenticato il legame con il territorio e con la paglia.
Tutto iniziò da un piccolo laboratorio in via dei Colli (lo stesso indirizzo di oggi) e dall’intuizione di un bracciante con un gran senso degli affari: Olderico Catarzi (classe 1875). Fu sua la felice intuizione di lasciare il vecchio e faticoso mestiere per aprire un laboratorio dove si “agguagliava e divideva” la paglia, che sarebbe a breve diventata l’oro di Signa e dintorni. I documenti di Confartigianato indicano nel 1910 l’anno di fondazione della Catarzi Filippo – lavorazioni in paglia – Signa, indicazione confermata dal fatto che nel 1911, nel censimento della popolazione, Olderico fu formalmente dichiarato “pagliaiolo” e non più bracciante. La ditta venne intitolata al primogenito Filippo, con la speranza o la premonizione che sarebbe passa di padre in figlio. Così è stato e, con il trascorrere delle generazioni , il timone è passato da Olderico a Filippo, a Riccardo e infine a Maurizio, che oggi porta avanti l’attività insieme alla moglie Stefania. «Lavoriamo cappelli di ogni materiale – spiegano – anche se il nostro legame con la paglia resta forte. Esportiamo in tutto il mondo, soprattutto alla grande distribuzione. Ma non abbiamo mai voluto rompere il legame con Signa dove vorremmo anzi ampliare la nostra sede».
Dai mercati del Porcellino e di Santa Croce dei primi tempi, i cappelli Catarzi hanno raggiunto Ischia e la Costiera amalfitana per poi approdare in boutique e grandi magazzini di tutto il mondo. Una piccola chicca è l’Hotel Cipriani di Venezia che ogni anno commissiona alla ditta di Signa “pamele” e “panama” da donare ai clienti. L’azienda è ospite di importanti fiere ( Première Classe a Parigi, The Brandery a Barcellona e Breadandbutter a Berlino), ma è stata protagonista anche del mondo dello spettacolo, quando i cappelli sono stati indossati da Nicolas Vaporidis nel film Tutto l’amore del mondo e poi dalla cantante Simona Bencini. Ai copricapo e alle borse in paglia, si sono aggiunti materiali innovativi e la linea Capogiro fondata da Stefania Nistri, che ha così confermato l’apporto personale che tutte le donne della famiglia hanno sempre dato allo sviluppo dell’azienda.Grande soddisfazione è stata espressa dal sindaco di Signa Alberto Cristianini, dall’assessore Gianpiero Fossi e dalla presidente del Museo della paglia, Carla Guiducci Bonanni per il traguardo raggiunto. Una storia protagonista di un libro, pubblicato da Polistampa in collaborazione con Comune di Signa, Museo della Paglia, Centro Arti e Mestieri e Bcc di Signa. Si intitola Filippo Catarzi, intrecci da capogiro. Cento anni di creatività e abilità ed è stato scritto dal professor Roberto Lunardi con saggi di Maria Emirena Tozzi Bellini. Verrà presentato in una serata di gala, il 16 luglio a Villa Castelletti.
Data recensione: 14/07/2010
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Lisa Ciardi