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Festeggia cinque anni di vita “Toscana da leggere”, la bella iniziativa che ha permesso alla piccola editoria locale, grazie ad un accordo con Unicoop Firenze, di trovare un meritato spazio tra gli scaffali della grande distribuzione.

Una vetrina per editori toscani. I risultati dei primi cinque anni di “Toscana da leggere”
Festeggia cinque anni di vita “Toscana da leggere”, la bella iniziativa che ha permesso alla piccola editoria locale, grazie ad un accordo con Unicoop Firenze, di trovare un meritato spazio tra gli scaffali della grande distribuzione.
Il progetto ha avuto da subito un intento chiaro: offrire una vetrina ben riconoscibile a quella che possiamo definire la “cultura locale” (romanzi, saggistica, storia, cucina, curiosità) ed ai suoi autori. Lo scopo è stato raggiunto visto l’apprezzamento dei soci e dei clienti. Sugli appositi scaffali (in principio esclusivamente nei sei Ipercoop dell’Unicoop Firenze, ma in seguito allargato ad altri punti vendita) hanno trovato posto libri di editori anche piccolissimi, conosciuti in un ambito molto ristretto, a volte addirittura paesano, ma con pubblicazioni anche interessanti e di buona qualità.
La parte organizzativa del progetto è da sempre gestita da Antonio Pagliai, responsabile marketing della Polistampa.
Quali sono state le difficoltà pratiche che avete dovuto sostenere all’inizio del progetto?
«La prima - ci confida Pagliai - è di ordine pratico: il lavoro di merchandising, etichettatura, consegna, resa ecc. porta via tanto tempo e soldi ma, anche grazie all’esperienza e ad alcune facilitazioni da parte di Unicoop Firenze, si è saputo trovare un buon metodo per procedere. L’altra difficoltà è stata quella legata al sistema librai/ distributori che non ha accettato con facilità, specialmente al suo nascere, l’apertura di una “libreria” concorrente dove si praticavano importanti sconti. E, ad essere sinceri, ai distributori specializzati in grandi superfici, la cosa è piaciuta anche meno. Si sentiva dire in giro che sarebbe fallita nell’arco di pochi mesi, invece il numero sempre maggiore di libri venduti non solo c’incoraggia, ma ci fa capire che l’operazione è risultata giusta e sotto certi aspetti vincente».
A sostenere questa affermazione ci sono i lusinghieri dati fatti registrare: dopo i primi due anni di assestamento infatti, dal 2007 ad oggi sono stati venduti 121.709 libri.
Qual è il bilancio dell’iniziativa?
«Se faccio un bilancio puramente economico da distributore - precisa Pagliai - vedo che le spese uguagliano gli introiti. Se penso da editore e considero che ho dato molta visibilità ai miei libri, ai miei autori e a quelli di tanti concorrenti/colleghi, posso dirmi felicissimo. Penso alle piccole e piccolissime case editrici locali; “Toscana da leggere” è un canale fatto proprio per loro. Per rendere l’idea della portata dell’iniziativa, mi piace ricordare che abbiamo stipulato qualcosa come 120-130 contratti con altrettante case editrici per un totale di 1100 titoli inseriti, la cui unica chiave d’accesso a questo canale (e la relativa “vita” sugli scaffali) è determinata dai risultati di vendita. Alcuni titoli possono vendere anche migliaia di pezzi (in quel caso rappresentiamo un importante veicolo commerciale!) molte altre volte invece lo scaffale è una vetrina e nient’altro. Comunque, pur sempre, una vetrina preziosa».
E allora scopriamo questi best seller “fatti in casa”. Al primo posto della speciale classifica troviamo Dolci della Toscana di Sandra Lotti (ed. Pacini/Fazi) che ha venduto ben 4022 copie; tallonato da Morirò in piedi, ed. Polistampa (lunga intervista ad Oriana Fallaci raccolta da Riccardo Nencini, divenuta un vero e proprio caso editoriale) che, solo nell’ambito di “Toscana da leggere”, ha fatto registrare l’acquisto di 3955 copie. Ottimi risultati anche per Il canto dei Bischeri di Franco Ciarleglio (3712 copie - ed. Sarnus), Fiabe toscane di maghi..., vol. 1 (3542 copie - ed. Sarnus). Da segnalare, il fenomeno del momento, il curioso Vohabolario del vernacolo di Stefano Rosi Galli, ed. Romano (di cui ci siamo occupati nel passato numero dell’Informatore) che ha già superato le 1800 copie di vendita. Dopo un’ulteriore ricerca si scopre che il genere di maggior diffusione è quello relativo alla cucina e alla gastronomia (55%) ma anche la storia locale (20%) ha una sua presenza importante, mentre il restante 25% è rappresentato da letteratura e varia. La nostra rivista puntualmente premia l’iniziativa segnalando le novità e le relative classifiche di vendita.
Qual è il gradimento dei lettori per questi articoli?
«È difficile dirlo», risponde il direttore Antonio Comerci. «Penso che più che la recensione per un singolo libro, (che spesso il lettore interpreta come un “favore” fatto all’editore o all’autore), siano interessanti gli articoli a tema come: le scrittrici toscane, i giallisti di casa nostra, memorie della Resistenza. Insomma un modo di dare dei consigli in senso generale, intervistando e facendo conoscere l’“autore della porta accanto”, ma inserito in un discorso più ampio».
Italia, paese di poeti, navigatori, santi... e romanzieri. Riceve molte segnalazioni di opere prime e da piccole case editrici?
«Molte e solo a poche riusciamo a rispondere. La vita è dura per i libri di narrativa e per i nuovi scrittori. Di solito gli autori desiderano tanto e insistono molto per essere sui nostri scaffali, ma alla resa dei conti rimangono delusi dalle vendite»  
Data recensione: 01/07/2010
Testata Giornalistica: Informatore
Autore: Bruno Santini