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La Biblioteca Riccardiana per mano di Rosanna Miriello contribuisce con la pubblicazione sulle Legature Riccardiane a favorire la valorizzazione e la conoscenza del cospicuo patrimonio presente nelle biblioteche italiane.

La Biblioteca Riccardiana per mano di Rosanna Miriello contribuisce con la pubblicazione sulle Legature Riccardiane a favorire la valorizzazione e la conoscenza del cospicuo patrimonio presente nelle biblioteche italiane.
Il presente lavoro fa da compendio alla banca dati delle miniature, denominata Colori on line e visibile nel sito della Riccardiana e nel portale Internet culturale. Il catalogo raccoglie le schede di 115 legature rese visibili da 150 immagini. Tale lavoro è frutto della collaborazione con l’Università di Firenze, che da anni si adopera per valorizzare l’ingente patrimonio librario della città ed in particolare della Biblioteca Riccardiana ove, nei secoli, molte raccolte sono confluite, grazie alla passione bibliofila dei Riccardi.
Nell’introduzione l’autrice descrive e censisce le legature attraverso dei grafici che riproducono la collocazione cronologica delle 115 legature. Ne deriva che 82 legature sono databili al XV secolo e 24 al XVI secolo. Generalmente dallo studio effettuato dall’autrice le «legature sono costituite da assi lignee, coperta intera in cuoio impresso con ferri a secco, cucitura su doppi nervi in pelle allumata, fermagli formati da graffe e contrograffe, taglio spesso dorato e goffrato». Molte legature hanno subito interventi di restauro, e ciò ha inciso sulla struttura delle legature stesse, dato che alcuni elementi costitutivi sono andati distrutti. Le coperte sono prevalentemente in cuoio «con netta prevalenza di quelle con decorazioni eseguite a secco». Sempre nell’introduzione al catalogo, l’autrice tiene a precisare che nel gruppo dei documenti esaminati sono presenti alcuni manoscritti greci e arabi, per cui la stessa afferma che «questi manoscritti pur avendo caratteristiche strutturali e di fattura diverse tra loro sono uniti da una koinè mediterranea che, al di là dei motivi e delle tecniche decorative, in questo caso emerge nell’evidente tendenza alla forma quadrata dei manoscritti orientali in genere e nel nostro caso particolare di quelli arabi».
Nell’avvertenza che precede il catalogo si descrive la struttura delle schede, le quali risultano essere state ordinate topograficamente, seguendo l’ordine di segnatura dei manoscritti. La scheda ricalca lo schema della base dati del catalogo, adattato al supporto cartaceo.
Nella prima parte si identifica il codice attraverso: segnatura, autore, titolo, data delle legature e dei manoscritti, localizzazione, tipologia della legatura. La seconda parte della scheda è dedicata alla descrizione esterna dei manoscritti: materiale scrittorio, numero e dimensioni dei fogli, segnalazione delle decorazioni, nome del copista ed eventuale sottoscrizione. Il codice viene contestualizzato anche storicamente attraverso le note di possesso, ex libris, stemmi, segnali araldici e antiche segnature.
La descrizione delle legature prevede l’analisi degli elementi strutturali e decorativi: descrizione delle assi e loro dimensioni, cucitura, indorsatura, nervi, capitelli, materiale della coperta, dorso, taglio, note di restauro, bibliografia (indicazione dei testi che trattano del documento in esame).
Gli apparati inseriti alla fine del catalogo si compongono del glossario, utile per la corretta interpretazione dei termini tecnici, e di una serie di tavole riassuntive dei dati relativi agli elementi strutturali e decorativi delle legature. La bibliografia finale è completata dalla tavola di concordanza con le segnature Lami, necessaria per collegare l’attuale segnatura con quella settecentesca alfanumerica, corrispondente alla collocazione dei manoscritti quando Giovanni Lami pubblicò il suo Catalogus. Completano il volume gli indici: di autori e opere, dei nomi di persona e di luogo, dei manoscritti e delle figure.
Data recensione: 01/09/2009
Testata Giornalistica: Bollettino AIB
Autore: Antonio Caroccia